Ticino

‘I promotori delle aperture hanno scelto la disinformazione’

È quanto afferma il comitato contrario alla modifica di Legge sull'apertura dei negozi in votazione il 18 giugno

‘Non si creeranno nuovi posti di lavoro’
(Ti-Press)
30 maggio 2023
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Non una piccola modifica di Legge, ma un cambiamento sostanziale che liberalizza il lavoro festivo e domenicale nel settore del commercio al dettaglio su quasi tutto il territorio cantonale. È quanto sostiene il comitato – composto da sindacati, partiti politici e associazioni – contrario alla modifica della Legge sull’apertura dei negozi in votazione il 18 giugno. “I promotori di questa modifica hanno scelto il linguaggio della disinformazione e della minimizzazione”, si legge in un comunicato. “Non si tratta affatto di una sola domenica in più, come continuano ad affermare ingannevolmente i fautori delle liberalizzazioni. È un attacco al principio, sancito dalla legislazione federale a tutela dei lavoratori della loro vita privata e del diritto al riposo, che consente il lavoro domenicale solo nei rami professionali ritenuti essenziali e in cambio di un’indennità salariale del 50%”. La modifica, va ricordato, prevede tre punti distinti: aumentare da tre a quattro le domeniche all’anno durante le quali i lavoratori possono essere occupati nei negozi senza richiedere alcuna autorizzazione, di concedere l’apertura delle attività fino alle 19 anche nelle feste infrasettimanali non parificate alla domenica (escluso il Primo maggio) e nelle domeniche che precedono il Natale, e di aumentare le superfici da 200 a 400 metri quadri per quanto riguarda i negozi che hanno diritto alle deroghe di legge previste per le località turistiche la domenica.


Diversi le argomentazioni contestate da contrari. L’idea che si creerebbero nuovi posti di lavoro viene respinta perché “Non é mai successo né in Svizzera e né all’estero che più aperture si traducono in più posti di lavoro. Lo dimostrano anche diversi studi”. L’ipotesi che questa modifica di Legge possa aiutare a contrastare il turismo degli acquisti è rigettata poiché “non rappresenta un bisogno dei consumatori. Gli orari attuali previsti dalla Legge entrata in vigore solo nel 2020 offrono sufficiente libertà di scelta per fare la spesa”.