Il sovraffollamento delle Strutture carcerarie preoccupa il gruppo parlamentare Ps che interpella il Consiglio di Stato sul buon funzionamento del sistema
“Condizioni di detenzione irreprensibili continuano a essere garantite a tutte le persone che si trovano in situazione di privazione della libertà presso Stampa e Farera?”. È una delle domande poste al Consiglio di Stato dalla deputata socialista Daria Lepori, prima firmataria dell'interpellanza dal titolo “‘Carcere giudiziario pieno. Siamo in grosse difficoltà’. Chi ne fa le spese?”. Presentata dal gruppo Ps, Forum Alternativo e Giso, la motivazione riguardo “l’interesse pubblico e l’urgenza” è data dal fatto che “la situazione di piena occupazione delle Strutture carcerarie penali e giudiziarie preoccupa per l'impatto sulla incolumità e la salute del personale, delle persone incarcerate e del buon funzionamento del sistema”, scrivono gli interpellanti, riallacciandosi all'articolo pubblicato lo scorso 25 maggio dal nostro quotidiano con intervista al direttore delle Strutture carcerarie cantonali Stefano Laffranchini che rilevava grosse difficoltà a causa di prigioni “mai così piene in Ticino”.
Così riassume la situazione l’atto parlamentare: a La Farera, che ha una capienza massima di 88 posti, ci sono 86 detenuti. Per via di diverse inchieste del Ministero pubblico è stata ordinata la carcerazione per un numero importante di persone. Spesso sono cittadini stranieri per i quali sussiste un marcato rischio di recidivo o di fuga prima del processo. Non potendo intervenire sulla logistica, ma sul piano organizzativo, la Direzione ha momentaneamente trasformato due celle del carcere penale ubicate in un luogo fisicamente separato dagli spazi riservati ai detenuti in esecuzione di pena, in celle per quelle persone per cui il procuratore pubblico ha disposto la detenzione. Così anche alla Stampa, la cui capienza massima è 144 posti, si registra il tutto esaurito. Inoltre alla Farera, dove la maggior parte delle persone detenute è di sesso maschile, con notevoli sforzi sul piano organizzativo alcuni imputati uomini sono collocati nelle celle, libere, del comparto femminile.
Interpellato da ‘laRegione’, Laffranchini aveva spiegato di essere in contatto con la Polizia cantonale per quanto riguarda l’uso delle celle di polizia di Mendrisio e Lugano e che si stava valutando la possibilità, in questa fase di urgenza, di evitare l’immediato trasferimento alla Farera delle persone tratte in arresto. Lepori aggiunge: “Il Rapporto della Commissione di sorveglianza delle condizioni di detenzione del 27 febbraio 2023 presentato in Gran Consiglio nel corso nell’ultima seduta del passato quadriennio ha fatto cenno al tasso di occupazione in questi termini: ‘Da alcuni mesi la media giornaliera dei detenuti si assesta sulle 213 unità con una punta massima di 233 unità registrata il 10 febbraio 2023’. Il che significa che già allora era stata quasi raggiunta la piena occupazione (144 Stampa + 88 La Farera = 232)”.
Pertanto, a proposito dell’attuale situazione, il gruppo parlamentare chiede di sapere innanzitutto quante siano le persone detenute nel carcere penale della Stampa e quante persone (donne e uomini) in quello giudiziario de La Farera. Se tra le donne sia ancora presente la detenuta che aveva partorito in carcere nel giugno 2022. E quale sia stata la media giornaliera di persone detenute nelle due strutture dall'inizio del 2023. Il Ps domanda anche se le “condizioni di lavoro irreprensibili” continuino a essere garantite a tutte le persone impiegate presso Stampa e Farera. In particolare, se il numero di agenti di custodia sia adeguato a una situazione costante di totale occupazione e se esista un problema di ore supplementari da scalare o di giorni di vacanza arretrati da recuperare. E ancora: per quante persone indagate si è già provveduto al prolungamento della loro permanenza nelle celle di polizia a Mendrisio e Lugano? In che misura le celle di polizia sono considerate una soluzione rispettosa delle persone ivi incarcerate? In che misura il personale di polizia è sostenuto in questo maggiore compito?
In merito alle “misure immediate”, si chiede poi quali rimedi abbia individuato la Divisione della giustizia del Dipartimento istituzioni nel preannunciato incontro con il Consiglio di vigilanza del settore esecuzione pene e misure per gestire subito e al meglio questo sovraffollamento nel carcere giudiziario. Mentre per quanto riguarda le “misure a medio-lungo termine”, considerati “i tempi lunghi per la realizzazione della nuova Sezione femminile del carcere penale della Stampa”, che secondo il messaggio governativo dello scorso 29 marzo sono di circa 20 mesi dalla crescita in giudicato dall'approvazione in parlamento, come sarà gestito un eventuale perdurare della piena occupazione delle due strutture? E se tale cantiere non rischi di causare, per periodi più o meno lunghi, ulteriori diminuzioni di disponibilità di celle.