Ticino

‘Povertà, occorre intervenire per evitare una rottura sociale’

Interrogazione al governo dei socialisti Durisch e Boscolo. Che ribadiscono: in molti non chiedono gli aiuti pubblici loro dovuti

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(Ti-Press)
16 maggio 2023
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Povertà in Ticino, cosa si fa “per arginarla?”. Il Consiglio di Stato “sta considerando l’introduzione di nuove politiche o programmi” per affrontarla? Sono alcuni dei quesiti che il Partito socialista pone al governo. Li pone con un’interrogazione firmata da Ivo Durisch, capogruppo in Gran Consiglio, e da Lisa Boscolo. Inflazione e salari reali che perdono potere d’acquisto, premi di cassa malati che continuano a salire, precariato…. . Cresce nel cantone il rischio povertà. In particolare per le fasce della popolazione più fragili, ma non solo per loro. Al tema la ‘Regione’ ha dedicato un ampio servizio, pubblicato sull'edizione del 4 maggio. Titolo eloquente: ‘I nuovi precari bussano alla porta dei Comuni’. La situazione? Non poche le famiglie in difficoltà e diverse associazioni che hanno dovuto distribuire più aiuti rispetto al passato.

‘Garantire dignità’

Dall’inchiesta giornalistica prende spunto l’atto parlamentare. “È necessario intervenire per garantire dignità e sufficienti risorse a ogni persona nel nostro cantone”, scrivono i due deputati socialisti. Per i quali “non solo è necessario, ma è imperativo”. Occorre intervenire per evitare “un peggioramento delle condizioni di vita di molti cittadini e molte cittadine e una rottura sociale all’interno della nostra società”.

‘Combattere il non ricorso alle prestazioni’

Agire come? “Attraverso sgravi fiscali non si risolve la situazione, perché si perdono risorse importanti per intervenire laddove c’è il vero bisogno”. Per Durisch e Boscolo la via da seguire è un’altra. Le leggi per erogare gli aiuti pubblici, “anche se migliorabili”, ci sono, ricordano. Tuttavia “molte persone” non li chiedono. Non chiedono aiuti che “sarebbero loro dovuti”. E questo “per pudore nei confronti della società o per la difficoltà nel reperire la documentazione necessaria”. Al riguardo i due deputati richiamano il rapporto “pubblicato recentemente dall'ong Atd Quarto Mondo”, secondo cui “le persone per vergogna o paura, infatti, possono rinunciare a richiedere l'assistenza sociale, che spesso è percepita dalla società come una carità piuttosto che come un diritto”. Rammentando che “le prestazioni sociali sono un diritto e non un delitto”, Durisch e Boscolo ritengono “necessario, se si vuole veramente combattere la povertà, combattere il non ricorso alle prestazioni”. Serve allora “una campagna di lotta alla povertà e alla precarietà dovuta al non ricorso agli aiuti sociali”. Gli autori dell’interrogazione affermano inoltre di attendere “con impazienza lo studio in atto sulle condizioni socio-economiche delle cittadine e dei cittadini del nostro cantone”, studio “da cui auspichiamo si evinca anche il numero di persone che non richiedono le prestazioni alle quali avrebbero diritto, comprese le prestazioni complementari”.

‘Assistenza, com'è la situazione nei primi mesi del 2023?’

Stando alle statistiche dell’Ufficio del sostegno sociale e dell’inserimento (Dipartimento sanità e socialità), annotano ancora i granconsiglieri del Ps, “negli scorsi due anni il numero di persone in assistenza è diminuito”. Sulla ‘Regione’ del 4 maggio “leggiamo, almeno per il 2023, dei dati differenti”. Insomma lo scenario “è molto meno roseo di quello che potrebbe sembrare”. A Mendrisio, Lugano, Bellinzona e Locarno “le richieste di aiuto stanno aumentando, così come presso Caritas o la Fondazione Francesco”.

Al Consiglio di Stato Boscolo e Durisch domandano pertanto quale sia l’evoluzione delle richieste di assistenza nei primi mesi di quest'anno. Se “ritiene che ci sia una povertà diffusa nascosta sul nostro territorio", se stia considerando “l'introduzione di nuove politiche o programmi per affrontare specificamente la questione della povertà nascosta" e se vi siano "dati o studi che indicano quali segmenti della popolazione sono più colpiti dalla povertà nascosta”. Durisch e Boscolo non hanno dubbi: “Lasciare che la povertà nascosta aumenti vuol dire lasciare un debito alle prossime generazioni”.