Ticino

Giudici di pace, la riforma riparte

All’assemblea annuale il direttore delle Istituzioni Gobbi annuncia la riapertura del cantiere. Soddisfatta la presidente Crugnola

Crugnola
(Ti-Press)
14 maggio 2023
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“S’impone la riattivazione della riforma della giustizia di pace, tema già oggetto di riflessioni anni fa. Per questo la Divisione della giustizia darà avvio a settembre ai lavori di un apposito gruppo”. È stato il direttore del Dipartimento delle istituzioni Norman Gobbi – in occasione dell’annuale assemblea cantonale dei giudici di pace tenutasi sabato a Cureglia – a rilanciare una riforma ferma da anni nel cassetto. Tra gli aspetti da rivedere vi sarà il numero dei circoli (oggi 38) oltre a diverse questioni retributive, assicurative e di competenze. La presidente dell’associazione ticinese dei giudici di pace, Emma Crugnola, osserva: «Anche noi comprendiamo la necessità di raggruppare le giudicature, visto che in alcune realtà – specie periferiche – i casi da trattare non bastano a giustificare un importante impegno e onere formativo. Ora ci disponiamo a partecipare al gruppo di lavoro per proseguire, anche su questo importante tema, il dialogo proficuo che la Direttiva dell’Associazione intrattiene con il Dipartimento».

Un altro cantiere fondamentale è quello della formazione. Crugnola ricorda infatti che il lavoro del giudice di pace – che si occupa di comporre liti e decidere controversie patrimoniali fino a 5mila franchi, con la stragrande maggioranza degli incarti costituiti da contestazioni creditizie – «unisce persone con profili anagrafici e professionali molto diversi, che pur non essendo quasi mai giuristi ‘di mestiere’ si impegnano a sviluppare nuove abilità e conoscenze a 360 gradi, dall’uso dei programmi informatici alla conoscenza di leggi e procedure». All’assemblea a Cureglia, Gobbi ha ricordato l’integrazione di queste figure nel progetto Justitia 4.0 e soprattutto la creazione, tramite la Supsi, di un percorso formativo ad hoc della durata di due semestri, basato sui contenuti del Manuale dei Giudici di pace e che “permetterà di approfondire sia i principali concetti teorici sia di analizzare diversi casi pratici”. Il primo corso partirà a settembre per 25 giudici.

Nato nel 1803, l’istituto del giudice di pace è evoluto insieme alla società ticinese. Oggi l’attività comprende anzitutto questioni relative al rigetto dell’opposizione interposta ai precetti esecutivi e al tentativo di conciliazione nelle controversie patrimoniali fino a un valore litigioso di fr. 5’000, 7mila casi solo l’anno scorso. Numeri in calo rispetto agli anni precedenti, ma senza dimenticare «una tendenza che verosimilmente vedremo riprendere in volume dopo la pandemia, anche in concomitanza con un maggior numero di fallimenti e con crescenti difficoltà finanziarie». D’altra parte, la casistica è talmente varia e le realtà locali così differenti che l’assemblea annuale, ricorda Crugnola, «è sempre un’ottima occasione, oltre che per presentare ai soci il resoconto dell’attività svolta, anche per condividere le nostre esperienze, non solo quelle dei giudici attivi, ma anche di chi è stato giudice di pace o supplente negli scorsi anni. Questo confronto intergenerazionale ci permette di riflettere, in un ambito conviviale, sul futuro del nostro ruolo e sulle sfide che ci attendono».