Il Comitato cantonale non risparmia le stoccate interne, tra ‘l'Udc ci ha rubato il tema delle finanze’ e ‘siamo già in ritardo per le federali’
«È ancora il momento della radiografia e della diagnosi, stiamo raccogliendo critiche e spunti. Si tratta di capire a caldo, ma soprattutto a freddo, cosa non è andato». È un Alessandro Speziali in veste di ‘medico’ quello che ha preso la parola al Comitato cantonale del Plr, il primo dopo le elezioni cantonali del 2 aprile che hanno visto i liberali perdere due seggi in Gran Consiglio. «Non è ovviamente possibile arrivare oggi con una prognosi. Per un dato analitico definitivo serve ancora un po‘ di tempo. Dobbiamo lavorare tutti insieme per raccogliere le idee e ‘frullarle’ per plasmare la linea del futuro, che deve essere tangibile nell'immediato ma anche dare una visione per il futuro».
Un ‘temporeggiamento’ che ha suscitato più di qualche malumore nel ‘parlamentino’ liberale, riunito nell'aula magna del Liceo di Locarno. «Mi aspettavo un'analisi immediata, l'autocritica invece non è stata fatta a sufficienza. A Bellinzona e Lugano siamo arrivati ai minimi storici a livello di voti, e per le federali non avere ancora un'analisi ci fa partire in ritardo», ha commentato la deputata Roberta Passardi. «Non vanno scelti i candidati guardando solo alla territorialità, ma anche alla sensibilità. Per creare liste forti». E l'esempio citato è quello del Centro, «che ha mantenuto le sue posizioni, vincendo il duello del panachage». E l'invito a cercare liste competitive «e ambiziose» è arrivato anche dal granconsigliere Luca Renzetti: «Lo dico chiaramente: dovevamo puntare al raddoppio in governo. Il confronto deve essere anche interno, l'elettorato va motivato. Bisogna dargli un obiettivo in cui credere e per il quale essere spinti a percorrere i chilometri».
Critiche ribadite anche da Natalia Ferrara: «Non parliamo più di ricchezza e fiscalità perché abbiamo paura del voto popolare, e facciamo bene ad averla. Se guardiamo chi è stato eletto, magari proponendo anche cose assurde, vediamo che la questione del lavoro in Ticino è centrale. Sembra quasi che ce lo siamo scordati». ‘Partitini’ vincitori alle elezioni che secondo diverse voci del comitato cantonale hanno anche goduto «dell'errore di proporre la soglia di sbarramento a poche settimane dal voto. Regalando loro visibilità». Per Passardi questo tema «sarebbe da discutere all'interno del comitato. Dobbiamo sfruttare questo strumento che ci caratterizza».
A finire sul banco degli imputati anche chi ha rappresentato il partito negli ultimi quattro anni a Palazzo delle Orsoline. «Abbiamo un consigliere di Stato che non presenta le riforme che deve presentare. E un gruppo che non fa proposte, o le fa piccoline», ha detto l'ex presidente cantonale Fulvio Pelli. «Ci manca il profilo. Non è possibile che il Plr, da 200 anni al lavoro per finanze sane, si faccia portar via dal ‘Decreto Morisoli’ il tema di cosa serva fare per i conti. Dobbiamo essere noi a dire che la spesa non deve superare le entrate».
Critiche respinte dalla capogruppo in Gran Consiglio Alessandra Gianella: «Non c’è la fila per candidarsi al Consiglio di Stato. Il gruppo parlamentare si è fatto ‘il mazzo’, con proposte anche coraggiose. Forse – ha ammesso Gianella – è sul modo di comunicare dove dobbiamo lavorare». Spiegazioni che ha voluto ribadire anche Speziali: «Un'analisi immediata era tecnicamente e politicamente impossibile. Il rischio era impostare male i prossimi appuntamenti elettorali. Ma vi assicuro che sotto traccia stiamo lavorando per arrivare a qualcosa di tangibile. Dobbiamo trovare dei correttivi, no invertire completamente la rotta che abbiamo intrapreso». E anche qui il riferimento è stato al Centro: «Un tema che ha scaldato la popolazione è stato quello dell'imposta di circolazione. È innegabile che i ticinesi quando hanno aperto la busta hanno trovato qualcosa di concreto». Il presidente ha poi aggiunto in conclusione: «Ora ci tocca condensare quanto detto questa sera per tracciare il futuro».