Nuovo appello di ProGottardo affinché le prossime decisioni politiche considerino prioritario il completamento delle tratte ferroviarie, specie in Ticino
«Nel leggere recentemente sulla stampa titoli come ‘AlpTransit missione compiuta’, ho fatto un salto sulla sedia. Anche se lo dicono autorità o enti importanti come le Ferrovie, in realtà AlpTransit è gravemente e pericolosamente incompiuta. E questo dal punto di vista economico, ambientale, di salute pubblica, geopolitico e culturale». Il messaggio di Giovanna Masoni Brenni, tra i membri fondatori dell'associazione ‘ProGottardo - Ferrovia d'Europa’, è chiaro: bisogna potenziare gli sforzi affinché il Consiglio federale modifichi la pianificazione per i prossimi trent’anni, integrando i collegamenti est-ovest e nord-sud alla rete europea (la cosiddetta croce federale della mobilità sostenuta anche da SwissRailvolution) e in particolare completando AlpTransit tra Lugano e Chiasso e progettando la circonvallazione di Bellinzona per far passare i treni merci accanto all'agglomerato. «Siamo a cinque minuti da mezzanotte – aggiunge Masoni Brenni –. Non vorremmo trovarci fra una decina d’anni a dire ‘sic transit gloria AlpTransit».
Proprio per diffondere il messaggio che bisogna agire al più presto perché altrimenti si rischia di “perdere il treno”, l'associazione – costituitasi nel 2016 dopo aver lanciato, assieme ai movimenti giovanili dei partiti ticinesi rappresentati in Gran Consiglio, l’appello ‘Non attendiamo il 2050 per completare l’asse ferroviario del San Gottardo’ che ha raccolto 12mila adesioni – ha indetto una conferenza stampa. «In questi anni ci siamo impegnati a rispondere alle consultazioni a livello federale sempre con lo scopo di promuovere un concetto di mobilità che fosse internazionale e non solo a livello locale – illustra la copresidente di ProGottardo Federica Colombo –. Adesso l'obiettivo specifico è che il Consiglio federale inserisca questo ampliamento nella ‘Prospettiva Ferroviaria 2050’, messa in consultazione lo scorso anno». Si tratta di una sfida non di poco conto considerando che nella sua visione il governo federale ha abbandonato una concezione d’assieme dello sviluppo del sistema ferroviario a favore dell’accentuazione dell’offerta sulle tratte medie e corte in ambito locale e regionale, ritenuta più consona per raggiungere gli obiettivi di trasferimento del traffico dalla strada alla ferrovia e della mobilità lenta. Di conseguenza ha messo in secondo piano le lunghe distanze, rinunciando a un raccordo con la rete europea ad alta velocità, ma anche – appunto – rimandando a dopo il 2050 il completamento della tratta AlpTransit del Gottardo in Ticino.
«Se la Svizzera si ripiegasse sul fatto che la missione è compiuta e che adesso l’importante è concentrarsi sul traffico interno, perderebbe l'occasione non solo di scrivere la storia della mobilità della regione, ma anche quella del continente europeo», valuta Alex Farinelli, pure lui copresidente di ProGottardo. «Non ci si può fermare ai confini di una nazione. Siamo convinti che promuovere un'infrastruttura sulla lunga distanza faccia sì che anche la mobilità locale sia più efficace – argomenta il consigliere nazionale –. Il Ticino ha la possibilità di essere un detonatore per la mobilità alternativa a quella stradale non solo in Svizzera ma anche intorno al Paese».
L’obiettivo prefissato dal comitato è di ottenere gli studi di fattibilità per tali opere di completamento a Sud delle Apli, farli arrivare sul tavolo del Consiglio federale e che per questi progetti di massima vengano considerati con urgenza i finanziamenti. Guardando più lontano, per l’insieme dei collegamenti est-ovest e nord-sud l’ordine di grandezza stimato è di una cinquantina di miliardi di franchi, «da trovare anche costruendo una cordata. Dobbiamo convincere Berna che la Svizzera sta diventando un’isola e che così non può essere perché è qualcosa di antistorico», commenta Remigio Ratti, pure lui tra i membri fondatori di ProGottardo, come Pietro Martinelli: «Quando ci siamo trovati sette anni fa per creare questa associazione credevo che gli eventi avrebbero seguito il loro corso e che avrei visto il collegamento con il Nord Italia e con il Nord dell'Europa. Ora mi accorgo che data la mia età questo completamento di AlpTrasit non lo vedrò mai. Ma sono qui ancora a combattere perché si tratta di una questione strategica da cui dipende il futuro del nostro cantone – giudica Martinelli –. Il Ticino può diventare un'appendice trascurabile della Svizzera o mantenere un ruolo fondamentale di ‘trait d'union’ tra la cultura italiana e quella del Nord Europa».
«Fa pensare e può anche fare ben sperare che tutti i movimenti giovanili a livello cantonale si siano detti favorevoli a sostenere il lavoro di ProGottardo – dice Tommaso Merlini, membro di comitato e rappresentante dei giovani –. Il mondo del lavoro è sempre più interconnesso e internazionale e per noi giovani è fondamentale poter avere un servizio e un'opera di questo genere completa. Anche perché è sotto gli occhi di tutti il collasso che stanno vivendo le nostre strade. Pure noi siamo convinti che non possiamo perdere il treno del futuro». Sulla stessa linea d'onda il sindaco di Bellinzona Mario Branda, tra i firmatari del primo appello del 2016, che pur evidenziando i notevoli miglioramenti introdotti dalle aperture delle gallerie di base del Gottardo e del Ceneri, concorda che «effettivamente la missione non è compiuta e bisogna portarla a termine». E questo sia con la circonvallazione di Bellinzona, «ma in primo luogo con il completamento a sud di Lugano. A Bellinzona stiamo sviluppando un polo di ricerca biomedica con candidature che provengono da ogni parte del mondo. Se vogliamo incentivare l'arrivo di nuovi cervelli, abbiamo bisogno di sviluppare al meglio questi collegamenti».
Per sostenere il nuovo appello, il comitato di ProGottardo – «rinnovato, ampliato e ringiovanito» lo scorso autunno – ha creato un sito, www.progottardo.ch, in cui si trovano la storia dell'associazione e diversi documenti, tra cui la strategia per una ‘Prospettiva Ferroviaria 2050+’. Perché, come si legge tra le citazioni nella pagina principale, “fatto il cuore, mancano le arterie”
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