È quanto scrive il governo, rispondendo all'interrogazione di Matteo Buzzi (Verdi) ‘Educazione sessuale nelle scuole: come viene gestita la qualità?’
Ogni percorso formativo per i docenti prevede alcuni momenti o corsi dedicati al tema dell’educazione sessuale, in base alla specificità dell'indirizzo scolastico. Le formazioni proposte dal Dipartimento formazione e apprendimento della Supsi (Dfa) puntano inoltre a sviluppare nel docente la consapevolezza del proprio ruolo educativo. È quanto scrive il Consiglio di Stato nella risposta all’interrogazione di Matteo Buzzi (Verdi) e cofirmatari “Educazione sessuale nelle scuole: come viene gestita la qualità?”. Il tema, come si legge anche nel testo del governo, richiama la nota vicenda che ha coinvolto il direttore della scuola media di Lugano centro, condannato lo scorso febbraio per atti sessuali con fanciulli e somministrazione a fanciulli di sostanze pericolose per la salute.
“L’attuazione dell’educazione sessuale nella scuola media ticinese è basata su un approccio olistico, che considera la sessualità come un’area del potenziale umano. Non si limita quindi a trattare i soli aspetti biologici e associati ai rischi sanitari, ma si apre agli ambiti dell’affettività, della tutela e promozione dei diritti, così come ai fenomeni sociali e culturali a cui affettività e sessualità possono essere ricondotti”, afferma il Consiglio di Stato nello spiegare com’è attuata l’educazione sessuale in Ticino. “Gli aspetti relativi all’anatomia e alla fisiologia – prosegue la risposta – vengono in particolare affrontati in terza media come parte del programma di scienze naturali, anche se occorre precisare che tutto il consiglio di classe partecipa nello sviluppare gli aspetti olistici di questo tipo di educazione”. Per istituti e docenti c’è poi la possibilità, per integrare contenuti specifici, di far capo a enti esterni come ad esempio i consultori di salute sessuale dell’Ente ospedaliero cantonale. Alcuni esempi concreti: nelle scuole medie superiori l’educazione sessuale viene affrontata nelle lezioni di biologia, così come previsto nel campo di studio del Piano degli studi del liceo ‘corpo umano e salute e malattia’. Analogamente, alla Scuola cantonale di commercio l’educazione sessuale viene affrontata nelle lezioni di scienze naturali dedicate al tema della riproduzione dell’uomo. Nel settore della formazione professionale, invece, la tematica viene affrontata in modo diverso a seconda della tipologia dei 20 centri professionali presenti sul territorio.
Anche per quanto riguarda la formazione dei docenti, come detto, il tema della sessualità è trattato in maniera differente in base alla tipologia di allievi con i quali i docenti saranno confrontati a interagire. “Ad esempio – scrive il governo – nella formazione dei docenti di scuola dell’infanzia è presente un corso specifico sullo sviluppo affettivo del bambino, mentre nei docenti della scuola media è presente un’introduzione al tema e al testo dedicato ai temi della sessualità e dell’affettività (‘L’incontro’)”. Nei corsi di bachelor e master sono anche offerti regolarmente alle persone interessate approfondimenti opzionali su questo tema. “L’educazione sessuale rientra inoltre nell’offerta di formazione continua del Dfa, destinata a docenti attivi in tutti gli ordini scolastici per approfondire le proprie competenze professionali, in particolare in ambito pedagogico e didattico”. Il Consiglio di Stato ha anche spiegato, in conclusione quelli che sono gli strumenti proposti al corpo insegnante per adempiere ai propri compiti in materia di educazione sessuale: “Dal 2009 la scuola ticinese si è dotata di un organo appositamente dedicato al tema dell’educazione sessuale, rappresentato prima dal Gruppo di lavoro per l’educazione sessuale (Gles) e in seguito, dal 2019, della Caes”. Inoltre “dal 2015 è a disposizione dei docenti di scuola media, in particolare dei docenti di scienze naturali, il testo L’incontro, che affronta diverse tematiche inerenti all’educazione sessuale di tipo olistico. L’istituzione scolastica può inoltre attivare tutta una serie di risorse proposte da professionisti, enti o associazioni per integrare la propria attività didattica”.