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Codice di procedura penale, la revisione che preoccupa il pg

Pagani: chiedo dalle tre alle cinque unità amministrative in più e spero che il Gran Consiglio attribuisca maggiori competenze ai segretari giudiziari

Il procuratore generale Andrea Pagani, dal 2018 alla guida del Ministero pubblico ticinese
(Ti-Press)
12 aprile 2023
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«Se la politica cantonale non ci darà una mano, se non assegnerà al Ministero pubblico dei rinforzi in termini di personale amministrativo, dalle tre alle cinque unità in più, e se non attribuirà competenze decisionali ai segretari giudiziari, stretti collaboratori dei procuratori, nei procedimenti contravvenzionali, affinché anche loro possano firmare decreti di accusa o di abbandono, mi domando come faremo a dar seguito – con la necessaria celerità – alle incombenze derivanti dalla revisione del Codice di procedura penale, che per giunta dovrebbe entrare in vigore fra pochi mesi, all’inizio del prossimo anno». Le modifiche procedurali decise a Berna, modifiche che aumentano ulteriormente le garanzie, preoccupano non poco il procuratore generale ticinese. «È una preoccupazione non solo mia, ma di tutti i magistrati inquirenti svizzeri, poiché le disposizioni varate dal parlamento federale si tradurranno per tutti noi in nuovi oneri che potrebbero rallentare parecchio l’evasione degli incartamenti», tiene a puntualizzare, da noi interpellato, Andrea Pagani. Che si appella appunto alla politica cantonale, ovvero a Consiglio di Stato e Gran Consiglio, chiamati ad assicurare l’operatività del potere giudiziario, dotandolo di confacenti mezzi e risorse umane.

Meno giacenze, trend che potrebbe non continuare

Perché senza adeguati potenziamenti, c’è il rischio anche di vedere vanificati gli sforzi profusi dalla Procura ticinese per contenere, riuscendovi, le giacenze. Pure lo scorso anno c’è stato un incremento delle entrate, cui però, scrive lo stesso pg nel rapporto sull’attività 2022 dell’autorità giudiziaria che dirige, ha fatto “da contrappeso il miglior risultato di sempre in punto ai procedimenti decisi nell’anno (14’552)”. Il risultato “è in buona parte frutto dell’innesto di due procuratori pubblici supplementari all’inizio del 2022 per volontà del Gran Consiglio che, modificando la Legge sull’organizzazione giudiziaria, ha portato a 23 il numero di magistrati attivi in seno al Ministero pubblico”. Facendo astrazione dall’“anno pandemico 2020”, l’importante numero di decisioni “ha permesso dopo dieci anni di invertire la tendenza all’aumento annuale delle giacenze: in effetti se a fine 2021 si contavano 7’652 procedimenti penali pendenti, a fine 2022 il numero è sceso a 6’985 (-9.1%) malgrado un aumento delle entrate pari al 9,2%”. Ebbene, annota il procuratore generale, “se da un lato il dato non può che confortare, d’altro lato non si può non sottolineare che lo stesso dovrà dar prova di conferma in futuro. Ciò che non è assolutamente scontato in particolare alla luce del fatto che (con tutta verosimiglianza) il 1º gennaio 2024 entrerà in vigore la modifica del Codice di procedura penale, che prevede supplementari gravosi oneri per il Ministero pubblico”.

Più interrogatori

L’entrata in vigore delle nuove disposizioni «dovrebbe avvenire, ripeto, all’inizio dell’anno prossimo: il condizionale è d’obbligo visto che il Consiglio federale non ha ancora deciso formalmente la data», dice Pagani alla ‘Regione’. «In ogni caso la revisione del Codice di procedura è già stata approvata dal parlamento federale e dobbiamo farci trovare pronti». Pronti ad applicare le norme contemplate dalla riforma. Qualche esempio? “Prendiamo il nuovo articolo 352a: se il procuratore pubblico prevede di emanare un decreto d’accusa proponendo una pena detentiva da scontare, il magistrato dovrà interrogare l’imputato. Questa audizione obbligatoria – avverte Pagani – significherà per il nostro ufficio dai 120 ai 130 interrogatori in più all’anno. Che equivarrebbero, stando alle statistiche federali, a due o tre procuratori in più. Solo per l’applicazione della citata norma, il mio collega di Ginevra ha chiesto alle autorità del proprio Cantone dai quattro ai cinque magistrati inquirenti supplementari». Altro esempio: «Il nuovo articolo 318 del Codice di procedura penale – riprende il pg – stabilisce tra l’altro che il procuratore pubblico deve notificare, nero su bianco, la chiusura dell’istruzione alla o alle persone danneggiate dal o dai reati anche quando intende emanare un decreto d’accusa. Oggi il pp notifica la chiusura dell’inchiesta quando prospetta l’atto d’accusa o l’abbandono del procedimento. In base al nuovo 318 la notifica al danneggiato, per informarlo dei suoi diritti, dovrà avvenire anche in caso di decreto d’accusa. Penso in particolare a quei procedimenti per truffa o altri reati di natura patrimoniale con persone danneggiate spesso residenti all’estero: qui l’onere amministrativo per il disbrigo delle pratiche sarà notevole per il Ministero pubblico».

‘Ho già scritto al Dipartimento’

Di fronte a questo scenario, che fare? «Di recente – ricorda il procuratore generale – il Dipartimento istituzioni, tramite la Divisione della giustizia, ha sottoposto ai responsabili delle magistrature permanenti le prime indicazioni governative sul Preventivo 2024 del Cantone: in sede di commento ho scritto al Dipartimento che per il Ministero pubblico servirebbero dalle tre alle cinque unità amministrative in più. Chiedo dunque un aumento non dei procuratori pubblici, ma del personale amministrativo. Ne discuterò comunque con la direttrice della Divisione giustizia Frida Andreotti nelle prossime settimane». Personale amministrativo e costi: come la mettiamo con la manovra di rientro annunciata dal Consiglio di Stato per conseguire l’agognato pareggio dei conti cantonali entro il 2025? «Qui siamo davanti a nuove norme di rango superiore a quelle cantonali: il Codice di procedura penale è infatti una legge federale. Come magistrati siamo tenuti ad applicare pure le leggi federali, il che può comportare anche la necessità di disporre di personale». Continua Pagani: «Auspico poi che il Gran Consiglio, passando dalla modifica della Legge sull’organizzazione giudiziaria, attribuisca, finalmente, competenze decisionali ai segretari giudiziari in materia di procedimenti contravvenzionali. Operazione peraltro a costo zero».

Molto dipenderà, in prima battuta, dalle sensibilità politiche della nuova commissione parlamentare ‘Giustizia e diritti’. Siamo fiduciosi.