Le ha raccolte l’iniziativa Ps sulle casse malati: ‘Chiediamo di rivedere le soglie in modo che chi è in difficoltà possa ricevere più facilmente sussidi’
Oltre 10mila firme per dire ‘Ora basta’ – dal nome dell’iniziativa popolare – all’esplosione dei premi di cassa malati e per chiedere di limitare la loro incidenza sul reddito disponibile delle economie domestiche al massimo al 10%. Sono quelle raccolte dal Partito socialista – assieme a Giso e ai sindacati Unia e Vpod – e consegnate stamattina alla Cancelleria dello Stato.
«La raccolta firme è partita poco prima delle festività e all’inizio è stata un po’ difficile – ricorda Laura Riget, copresidente del Ps che a fine gennaio aveva mandato una newsletter agli iscritti del partito parlando di ‘situazione drammatica’ a livello di sottoscrizioni –. Poi però è andata molto meglio e la rispondenza della cittadinanza è stata ottima, a conferma che si tratta di un problema particolarmente sentito».
L’iniziativa popolare è stata lanciata «dopo aver dapprima fatto la stessa proposta a livello parlamentare a inizio legislatura», ripercorre Riget. Proposta che lo scorso ottobre è stata bocciata in Gran Consiglio «senza alcuna possibilità di trovare un compromesso su questo tema che è tra le principali preoccupazioni dei cittadini e delle cittadine». Poche settimane dopo la maggioranza di destra del parlamento ha approvato l’iniziativa congiunta di Plr, Lega, Centro e Udc per la deduzione fiscale di 1’200 franchi dei premi di cassa malati per ogni figlio a carico, contro cui il Ps ha poi lanciato un referendum e presentato un’altra iniziativa parlamentare quale controprogetto che chiede di destinare lo stesso importo previsto per gli sgravi (10 milioni di franchi) in maniera specifica a favore del ceto medio tramite una riduzione mirata dei premi. Questo perché secondo il Ps il progetto dei partiti borghesi «va a beneficio soprattutto delle famiglie più benestanti e unicamente di quelle con figli. E ciò nonostante uno studio della Supsi dimostri che diverse categorie di popolazione come le coppie senza figli, le persone sole e quelle anziane, anche del ceto medio, paghino estremamente tanto per i premi di cassa malati».
«Addirittura fino al 19%», evidenzia il deputato socialista Danilo Forini, definendo la situazione «scandalosa. Lo Stato deve intervenire e fare in modo che il sistema di riduzione dei premi di cassa malati vada a toccare più persone possibile. Per questo chiediamo che siano riviste in maniera importante le soglie per poter beneficiare di una riduzione, anche per fare in modo che chi riceve i sussidi solo parzialmente ne possa avere di più». Per Forini si tratta di «un’iniziativa molto concreta e che responsabilizza il mondo politico, perché se sarà lo Stato a dover pagare più sussidi, prenderà anche più sul serio la questione delle casse malati. Questo è il nostro proposito», dice il granconsigliere Ps, guardando però oltre: «È un primo passo importante per arrivare ad avere dei premi proporzionali al reddito e una cassa malati unica a livello nazionale».
Gli fa eco Riget: «Da parte di molti firmatari abbiamo sentito la voglia e la necessità di andare oltre e di mettere in discussione l’intero sistema. Quindi di ridiscutere e di rivotare sul tema di una cassa malati unica che secondo noi a medio termine deve essere l’obiettivo». Sulla questione anche da parte del direttore del Dipartimento sanità e socialità Raffaele De Rosa sembra esserci apertura, come da lui recentemente dichiarato. Questo vi dà fiducia per una possibile svolta? «Ovviamente lo speriamo – dichiara Riget –. Purtroppo l’ultima volta che avevamo presentato questa proposta a livello parlamentare non è stato possibile trovare un supporto da parte del gruppo del Centro. Ci auguriamo che adesso, anche grazie a questa raccolta firme e alla pressione popolare, si riesca a trovare una maggiore apertura anche da parte delle altre forze politiche».
L’iniziativa dovrebbe costare intorno ai 50 milioni secondo le stime del Ps, «anche se è abbastanza difficile valutare esattamente le cifre – ammette la copresidente – perché dipendono dall’evoluzione dei premi, quindi se l’anno prossimo questi aumenteranno nuovamente, i costi crescerebbero di conseguenza. Però la cifra dovrebbe essere circa di quest’ordine, che è molto simile al costo dell’iniziativa popolare lanciata dalla Lega per la deducibilità integrale dei premi di cassa malati. Si tratta di due proposte – lavorare sui sussidi o lavorare sugli sgravi fiscali – su cui bisognerà fare una scelta di fondo».
«Come sindacato abbiamo sostenuto questa iniziativa perché è sempre più urgente intervenire sul potere d’acquisto delle famiglie – motiva Giangiorgio Gargantini, segretario regionale di Unia –. Nel lavoro corrente del sindacato agiamo sui salari attraverso le negoziazioni, e dove è possibile anche a livello di potere d’acquisto. Aumentare i salari quando il costo della vita aumenta in modo così importante non è più sufficiente». Gargantini sottolinea che «nel tasso di inflazione – quindi nell’indice generale dei prezzi – non sono considerate le spese di assicurazioni e in particolare di cassa malati, quindi quando si parla di adeguamenti salariali corrispondenti all’inflazione non si tengono in conto questi aumenti, e ciò è grave. Per tale motivo un intervento sui costi delle casse malati è assolutamente essenziale».
In merito alle tempistiche, si dovrebbe votare a giugno per il referendum e probabilmente solo l’anno prossimo sulle due iniziative popolari di Ps e Lega.