Lo sostiene l’Mps, che interroga il Consiglio di Stato per sapere quale sia la situazione dell’Aet legata alle ditte che ‘rientrano’ dal mercato libero
"Per anni molte imprese hanno scelto di godere della liberalizzazione del mercato dell’energia, ottenendo prezzi di approvvigionamenti estremamente bassi con contratti a cortissimo termine. Ora che il vento è cambiato, e il libero mercato non è più conveniente, il padronato invece di fare autocritica ha preteso un intervento del Consiglio federale". È quanto afferma l’Mps in un’interpellanza al Consiglio di Stato che chiede quale sia la valutazione dell’Azienda elettrica cantonale (Aet) e del governo ticinese sulla decisione del Consiglio federale di modificare l’ordinanza sull’approvvigionamento elettrico, "permettendo alle aziende di tornare alla fornitura di base attraverso un raggruppamento ai fini del consumo proprio". La modifica, secondo gli interpellanti, permette alle aziende di tornare sotto il servizio universale e i suoi prezzi più stabili. "Si è aggirato il principio del ‘liberi una volta, liberi per sempre’, ossia il divieto imposto a un’azienda, una volta abbandonato il servizio universale a favore del libero mercato, di farvi ritorno. Concretamente – sostiene l’Mps – alle aziende del libero mercato basta unirsi in un gruppo di consumatori con almeno uno di loro in grado di produrre energia elettrica propria, per esempio con dei pannelli solari, e di rivenderne una parte al distributore locale. Allo stesso modo basta che un’azienda installi sul proprio tetto dei pannelli solari e che ne immetta una parte nella rete di distribuzione locale".
Per i firmatari dell’interpellanza Simona Arigoni, Angelica Lepori e Matteo Pronzini si tratta di "un sotterfugio salva imprese. In questo modo c’è una socializzazione dei costi delle speculazioni aziendali". Il timore dei tre deputati è che questa modifica possa avere "conseguenze pesantissime, come ha ammesso l’Associazione delle aziende elettriche svizzere, per le società di distribuzione e per gli utenti/clienti". L’interpellanza sottolinea infatti come il governo federale "ha salvato le imprese, ma ha lasciato che centinaia di migliaia di famiglie venissero spolpate dall’aumento delle tariffe". Diverse quindi le domande rivolte all’esecutivo cantonale: Quali potrebbero essere gli scenari a livello del possibile aumento dell’energia elettrica erogata dall’Aet alle società di distribuzione locali per rispondere all’aumento della domanda di energia elettrica indotta dal ritorno di aziende sotto il cappello del servizio universale? Aet ha previsto come sopperire a questo aumento dell’energia elettrica erogata? Dovrà rivolgersi sui mercati liberalizzati? L’Mps chiede anche se è stato concordato un piano d’intervento per gestire la potenziale nuova situazione che potrebbe venire a crearsi in Ticino.