Dall’Associazione inquilini otto rivendicazioni per tutelare il diritto di locazione. Ma i proprietari chiedono di ‘costruire più facilmente’
«La situazione sta degenerando». Spiega così Adriano Venuti, vicepresidente dell’Associazione svizzera degli inquilini e responsabile per la Svizzera italiana, l’offensiva presentata oggi dall’Asi con otto richieste ben precise "per salvare il diritto di locazione". Si comincia dal chiedere che "la responsabilità del controllo degli affitti, attualmente delegata agli inquilini, sia assunta dallo Stato" e che arrivi "una rapida attuazione di un meccanismo istituzionale e automatico di controllo degli affitti e dei rendimenti. L’esplosione degli affitti e dei rendimenti abusivi deve essere fermata, per preservare il reddito disponibile degli inquilini". L’Asi chiede pure "una rapida attuazione di misure d’accompagnamento per l’attuale crisi energetica, perché nessuno deve perdere la propria casa in affitto a causa dell’aumento dei costi accessori. Strumenti giusti possono essere una protezione contro lo sfratto e un’indennità energetica".
Poi si passa ai cavalli di battaglia dell’Asi, come "l’estensione della protezione contro la disdetta e non il suo smantellamento"; "che la ristrutturazione degli edifici in affitto non comporti la risoluzione dei contratti di locazione"; "che la Confederazione, i Cantoni e i Comuni coordinino il loro lavoro a favore di una strategia di politica abitativa e di gestione del territorio che risponda ai bisogni primari della popolazione". Vanno cambiate anche "le regole contabili dei fondi pensione per gli immobili, perché portano a un aumento degli affitti per mantenere lo stesso livello di rendimento". Infine, per l’Asi occorre agire "in conformità al mandato costituzionale" anche "per quanto riguarda la costruzione di alloggi pubblici".
La situazione «sta degenerando», si diceva. E, interpellato da ‘laRegione’, Venuti insiste: «La situazione è peggiorata negli ultimi tempi, siamo pronti a mobilitarci. Se il parlamento federale andrà avanti per la sua strada e non vorrà ascoltare le nostre rivendicazioni ci affideremo ai diritti popolari, con referendum e iniziative». Insomma, la pazienza è finita. E nella sessione primaverile delle Camere federali «con la discussione di alcune iniziative verrà sferrato un attacco al diritto di locazione, che speriamo venga evitato». Per carità, con gli auspici non si va molto lontano, «ma siamo davvero preoccupati, dal momento che non ci sono segnali di un miglioramento per le inquiline e gli inquilini». A pesare, riprende Venuti, «è anche la situazione contingente: le enormi spese accessorie esplose per riscaldamento ed energia, ma anche il cambio di rotta che ha avuto lo sfitto».
Già. «Meno sfitto significa più concorrenza e quindi pigioni più alte», rimarca Venuti. E, come se non bastasse, «la Banca nazionale ha aumentato il tasso di interesse, quindi lo faranno anche gli istituti bancari e vuol dire che le ipoteche appena rinnovate porteranno a una riversione sugli inquilini degli aumenti». Il tasso di riferimento «tornerà a salire», questa «è una preoccupazione molto seria» dal momento che «si parla in media di 370 franchi in più che gli inquilini pagano senza motivo». Il discorso è semplice: «Negli ultimi anni questo tasso di riferimento è diminuito, gli inquilini avevano diritto a una riduzione della pigione. Ma non è successo – lamenta il vicepresidente nazionale dell’Asi –. Vuoi perché alcuni inquilini non l’hanno chiesto, vuoi perché i proprietari non l’hanno concesso, di fatto si stanno pagando affitti più alti di quello che dovrebbero essere». Tutto questo «partendo dal presupposto che le pigioni iniziali fossero corrette, invece non lo sono quasi mai».
E in Ticino com’è la situazione? Cosa è stato portato al tavolo dell’Associazione nazionale? «I nostri problemi sono simili a quelli degli altri cantoni – risponde Venuti –. Però, da uno studio sull’aumento delle pigioni è emerso che nel 2022 il Ticino ha avuto l’incremento più marcato, si parla dell’8,4%. I costi stanno lievitando in maniera impressionante, una famiglia non può spendere un terzo o un quarto dello stipendio per l’affitto. È troppo. Ed è ora di dire basta a chi specula, e sono tanti pure qui da noi».
Reagendo alle rivendicazioni dell’Asi, i proprietari indicano che l’evoluzione degli affitti non mostra una tendenza al rialzo o al ribasso e, dal canto loro, chiedono di poter costruire più facilmente. L’associazione Hev Schweiz, che difende gli interessi dei proprietari immobiliari nella Svizzera tedesca, ha stimato che il diritto di locazione attuale prevede già una protezione dei locatari ben sviluppata. Ha inoltre anticipato che l’evoluzione dei nuovi affitti non mostra una tendenza chiara al rialzo o al ribasso, eccetto a Zurigo (al rialzo) e Basilea (al ribasso). Secondo Hev Schweiz i proprietari non hanno alcuna influenza su questa evoluzione, essendo anch’essi confrontati coi costi crescenti nel settore fondiario, della costruzione e del rinnovo. Per rispondere alla forte domanda e al basso tasso di appartamenti vacanti, l’associazione auspica piuttosto un allentamento delle regole per poter costruire più facilmente. A rappresentare ostacoli, tra gli altri, ci sono l’elevato costo dei terreni edificabili e le severe normative riguardanti, ad esempio, la tutela del paesaggio o la protezione dal rumore.