Ticino

Enti culturali: è in atto una strategia per ridurne l’autonomia?

A chiederlo al governo è l’Mps con una nuova interrogazione: torna oggetto di domande l’operato della Divisione cultura e studi universitari

Pinacoteca Züst
(Ti-Press)
17 febbraio 2023
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L’autonomia degli enti culturali è minacciata? Lo chiedono al governo in un’interrogazione dal medesimo titolo Matteo Pronzini e cofirmatarie – Angelica Lepori e Simona Arigoni – dell’Mps, puntando nuovamente i riflettori sulla Divisione cultura e degli studi universitari (Dcsu) del Dipartimento educazione, cultura e sport (Decs). "La cronaca recente e le interpellanze ancora inevase confermano come questa Divisione, con l’apparente avallo della direzione del Decs, riproponga scelte poco condivise, oltre che suscitare dubbi e perplessità sulle strategie messe in atto", scrivono i tre deputati.

L’Mps parte dalla premessa che "uno dei fiori all’occhiello del nostro Cantone è un’offerta culturale e museale ricca e diversificata". Offerta che si basa "sull’autonomia degli operatori culturali nell’ambito di un sostegno pubblico del Cantone, anche con finanziamenti federali, coordinato dalla Divisione cultura e degli studi universitari". Ebbene, Pronzini ricorda che tale Divisione "è stata tuttavia oggetto di parecchie discussioni pubbliche e critiche in questi ultimi anni. Chi scrive, ad esempio, aveva inoltrato due interrogazioni (il 17 novembre 2017 e il 10 aprile 2018) chiedendo conto di disfunzioni all’interno della sezione mai risolte".

Atti parlamentari inevasi a cui si aggiunge l’interpellanza dello scorso dicembre di Anna Biscossa (Ps), trasformata in interrogazione, sui bandi di concorso aperti poco prima per la direzione della Pinacoteca Giovanni Züst e dell’Archivio di Stato volta a capire "perché la prassi seguita per questi concorsi sia così insolita e si discosti in maniera così significativa da quella normalmente seguita nell’Amministrazione cantonale per posti equivalenti a questi", e ciò anche in seguito a un commento critico dello storico Andrea Ghiringhelli e alla relativa risposta della direttrice della Dcsu Raffaella Castagnola Rossini pubblicati su ‘laRegione’.

‘Perché sono stati creati quei tre uffici?’

Quattro le domande dell’Mps. La prima verte sui tre nuovi uffici creati negli ultimi anni presso la Dcsu – l’Ufficio del controlling e degli studi universitari, l’Ufficio del sostegno alla cultura, l’Ufficio dell’analisi e del patrimonio culturale digitale – e chiede quando e perché sono stati creati e quanti collaboratori (a tempo parziale, a tempo pieno, nominati e non) e funzionari dirigenti fanno parte di questi uffici al 1° febbraio 2023.

Il secondo quesito è indirizzato a sapere come è evoluto negli ultimi cinque anni il numero di collaboratori negli enti culturali afferenti alla Dcsu e che offrono precisi servizi all’utenza (Archivio di Stato, Biblioteche cantonali, Centro di dialettologia ed etnografia, Pinacoteca Züst).

Viene poi chiesto al governo se è vero che il prospettato declassamento della funzione della futura o del futuro responsabile della
Pinacoteca Züst risponde all’esigenza di subordinare la gestione della Pinacoteca agli uffici da poco creati presso la Dcsu. E se "non si rischia, con questa sorta di messa sotto tutela, di ridurre la necessaria autonomia e capacità progettuale di un ente culturale che è uno dei fiori all’occhiello della cultura ticinese, riconosciuto anche a livello svizzero".

Infine i tre deputati domandano se è vero che la creazione dei nuovi uffici presso la Dcsu "risponde a una strategia complessiva di riduzione dell’autonomia degli enti culturali, attraverso uno spostamento di competenze e di risorse". E se il Consiglio di Stato ritenga che tale strategia sia compatibile con l’art. 4 della Legge sulla cultura, laddove prevede che "l’iniziativa in materia culturale appartiene di principio alle persone e agli organismi pubblici e privati che si occupano di creazione, produzione e promozione culturale".

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