Ticino

Piano direttore del Ticino: nessuna disparità di trattamento

I Comuni devono rivedere le proprie zone edificabili e, se necessario, ridurle

(Ti-Press)
16 febbraio 2023
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Nell’approvare il Piano direttore del Ticino, il Consiglio federale ha dovuto attenersi alle più recenti proiezioni sullo sviluppo demografico formulate dall’Ufficio federale di statistica nel 2020. Da qui la decisione del Consiglio federale di chiedere ai Comuni di rivedere le proprie zone edificabili e di ridurle se necessario.

È quanto risponde il Consiglio federale agli interventi di Fabio Regazzi (Centro/Ti), Lorenzo Quadri (Lega-Udc/Ti) e Piero Marchesi (Udc/Ti), secondo i quali le previsioni demografiche del 2020 utilizzate dalla Confederazione per le proprie valutazioni hanno penalizzato gravemente il Ticino. Ma per l’esecutivo, il cantone a Sud delle Alpi non è l’unico a cui è stato applicato lo scenario del 2020: anche per Glarona sono state utilizzate le proiezioni più recenti per i prossimi 15 anni. Insomma, il Ticino non è stato trattato diversamente dagli altri.

Nell’approvare il Piano direttore per lo sviluppo territoriale nell’ottobre 2022, il Consiglio federale aveva invitato i Comuni ticinesi a rivedere le proprie zone edificabili e, all’occorrenza, a ridurle. Il Ticino, stando all’esecutivo, ha insomma definito zone edificabili troppo estese. Secondo lo scenario demografico massimo ipotizzato dall’Ufficio federale di statistica nel 2020, il cantone non potrà sfruttarle integralmente entro quindici anni. Insomma, la crescita demografica dovrebbe essere inferiore a quella ipotizzata nel primo scenario risalente al 2015.

I Comuni sono quindi tenuti a valutare di nuovo l’estensione delle proprie zone edificabili entro due anni e, se del caso, a ridimensionarle in sede di revisione della pianificazione locale. Se, in casi eccezionali, dovessero venire delimitati nuovi terreni edificabili, occorrerà compensarli con un dezonamento in un’altra area. Per i tre deputati, questo lavoro di revisione è estremamente gravoso dal punto di vista burocratico per i Comuni.

Stando a Regazzi, la decisione del Consiglio federale – che contraddice la decisione risalente al 2018 dell’Ufficio dello sviluppo territoriale che si basava, per il Ticino, su scenari demografici del 2015 – ha "suscitato grande sorpresa e vivaci reazioni di delusione e protesta nel Canton Ticino...".

Nella sua elaborata risposta ai rimproveri dei tre deputati, il governo rammenta che le direttive tecniche sulle zone edificabili obbligano i Cantoni e la Confederazione a prendere in considerazione gli scenari demografici dell’Ufficio federale di statistica più recenti per stabilire, approvare e adottare le disposizioni dei Piani direttori cantonali in materia di dimensionamento delle zone edificabili.

Poiché questi scenari vengono aggiornati ogni cinque anni, la durata della procedura d’esame e della procedura di approvazione degli adeguamenti del Piano direttore del Ticino hanno reso impossibile l’utilizzo dello scenario del 2015 durante la fase finale del suo esame, poiché nel frattempo l’Ufficio federale di statistica ha pubblicato nuove proiezioni.

L’impiego degli scenari demografici più recenti – secondo il Consiglio federale – ha lo scopo di definire un quadro di riferimento identico per la valutazione della situazione in materia di dimensionamento delle zone edificabili di tutti i cantoni svizzeri, al momento della stesura e approvazione dei relativi contenuti del Piano direttore.

Se la popolazione cresce più rapidamente negli anni successivi, è però possibile utilizzare il dato demografico effettivo raggiunto, senza dover adeguare il Piano direttore cantonale. Attualmente, tuttavia, lo sviluppo demografico del Canton Ticino è ancora ben al di sotto delle ipotesi dell’Ufficio federale di statistica. Se il Ticino avesse approvato in termini più celeri il Piano direttore, il quadro di sviluppo demografico sarebbe pertanto rimasto quello ipotizzato nel 2015, sottolinea il governo rispondendo a una domanda precisa di Regazzi.

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