Con una mozione Gianella (Plr) e Agustoni (Centro) chiedono al governo di considerare anche questo nuovo vettore energetico nel Pecc cantonale
Bisogna introdurre l’idrogeno verde nel nuovo Piano energetico e climatico cantonale presentato un paio di settimane fa dal Consiglio di Stato, "con particolare attenzione alla produzione locale" di questo vettore energetico, "all’accumulazione di energia attraverso lo stoccaggio di idrogeno verde e alla distribuzione capillare di idrogeno in Ticino". A chiederlo, tornando sul tema dopo la richiesta di dotarsi di una strategia sull’idrogeno e dopo una mozione che chiede di usare l’idrogeno pulito per case e uffici, sono i capigruppo del Plr e del Centro, Alessandra Gianella e Maurizio Agustoni.
In seguito all’Accordo di Parigi, scrivono infatti i due mozionanti, "è stato formulato da diversi Stati l’obiettivo di abbassare e azzerare le emissioni di CO2 per perseguire la neutralità climatica". Da più parti "si afferma che la decarbonizzazione si potrà realizzare tramite l’impiego di idrogeno verde, che si genera a seguito del processo di elettrolisi e la cui successiva trasformazione produce energia e vapore acqueo senza provocare effetti inquinanti". In più, "l’idrogeno dev’essere estratto e stoccato, ed è quindi un vettore energetico strategico".
La richiesta della mozione prende spunto da un progetto che "mostra un nuovo paradigma per quanto riguarda la produzione di idrogeno", e non è nemmeno troppo lontano. È lungo l’asse del Brennero, "dove ha preso vita un progetto chiamato ‘Masterplan Idrogeno Euregio Tirolo - Alto Adige - Trentino’ che mira a sviluppare un corridoio dell’idrogeno da Monaco di Baviera a Verona, ma anche a realizzare nella regione altri progetti riguardanti l’idrogeno come vettore energetico". A titolo d’esempio, scrivono ancora Gianella e Agustoni, "è in programma lo sviluppo di una rete di distributori di idrogeno lungo l’autostrada A22 del Brennero a Modena e, inoltre, non si investe unicamente nelle infrastrutture ma anche nella ricerca, nella formazione e nella digitalizzazione. Entro il 2030 il progetto e i suoi sviluppi sono ben definiti". Uno scenario che prevede "oltre 50mila tonnellate di idrogeno, così da far ridurre le emissioni di Co2 di 3,3 tonnellate rispetto ai valori del 2019".
In Svizzera ci sono già delle stazioni di distribuzione di idrogeno, "il nostro auspicio è che anche il Ticino possa fare la sua parte in questo ambito" sottolineano Gianella e Agustoni. Perché, e citano ancora il Masterplan in questione, "l’idrogeno può dare un contributo decisivo alla neutralità delle emissioni di gas serra nel settore della mobilità, dei trasporti, dell’industria e dell’edilizia, ma è necessario prevedere un’adeguata politica di incentivi per orientare efficacemente il mercato verso gli obiettivi voluti". Il mercato, certo. Ma anche il Piano energetico climatico e cantonale ticinese. Come, si vedrà.