La copresidente socialista torna sulla decisione del Gran Consiglio e chiede maggiori garanzie per gli assicurati
In attesa di "un vero rifinanziamento dell’Istituto di previdenza del Cantone Ticino", occorre creare una base legale affinché "negli anni in cui il rendimento del patrimonio della ‘riserva di contributi del datore di lavoro’ risulterà negativo o anche solo inferiore agli oneri di finanziamento del debito, il Cantone rinuncerà integralmente alla retribuzione di tale capitale da parte dell’Ipct". Ad affermarlo, con un’iniziativa parlamentare, è la copresidente del Ps Laura Riget. Che, nel processo di rifinanziamento, chiede pure che "vengano fissate delle tappe quinquennali obbligate di evoluzione minima del valore del patrimonio della ‘riserva di contributi del datore di lavoro’ investito e, qualora alla scadenza di tali tappe il valore patrimoniale risultasse inferiore all’obiettivo iniziale, il Cantone verserà la differenza per permettere il mantenimento dell’obiettivo in vista della tappa successiva".
Tutto ciò è necessario, scrive Riget, perché "altrimenti, in caso di squilibri finanziari creati dall’operazione di risanamento, alla fine a rimetterci saranno di nuovo gli assicurati che si vedranno ridurre interessi sul capitale a livello delle pensioni".