Il salario mediano è più basso di più del 20% rispetto al resto del Paese anche a causa della presenza importante di manodopera straniera a minor costo
In Ticino la differenza dei salari rispetto agli altri cantoni supera il 20%: è quanto emerge dalla Rilevazione sulla Struttura Salariale 2020 pubblicata oggi dall’Ufficio di Statistica (Ustat). Nel nostro cantone il salario mediano percepito nel settore privato è di 5’203 franchi contro i 6’414 del resto della Svizzera (quindi escluso il Ticino), con uno scarto del 23,3%. Scarto che, per inciso, è aumentato negli ultimi 10 anni: se da un lato dal 2010 al 2020 la mediana ticinese è aumentata del 3,7% (188 fr.), mentre quella del resto della Svizzera del 7,3% (439 fr.), nel 2010 la differenza rispetto al resto del Paese era del 19,1% pari a 960 fr.
Prendendo in considerazione l’insieme dei salariati con caratteristiche corrispondenti fra il Ticino e gli altri cantoni, si osserva una differenza salariale del 22,7% rispetto al salario ticinese: rispetto a tale scarto, si osserva che lo 0,8% è riferibile a fattori strutturali, mentre la differenza al netto delle differenze strutturali, cioè a parità di condizioni, sale al 21,9%. Si evince dunque che la differenza fra i salari percepiti in Ticino e nel resto della Svizzera non è legata, per quasi totalità, a differenze strutturali fra il mercato del lavoro ticinese e quello al di fuori del nostro cantone.
Anche esaminando i risultati secondo alcune variabili socio-demografiche come la residenza e il livello di formazione, i salari percepiti in Ticino sono inferiori rispetto al resto della Svizzera, sia in termini generali, sia a parità di condizioni. La prima distinzione osservata è fra lavoratori residenti e pendolari (quindi frontalieri): in termini di salari della forza lavoro residente, la differenza è meno marcata collocandosi al 16,1% a parità di condizione, cifra che invece è quasi raddoppiata (31,6%) prendendo in considerazione i salari dei lavoratori frontalieri verso il Ticino rispetto a quella verso altri cantoni, dove invece i residenti occupano quasi tutti i livelli di impiego. Se, come osserva l’Ustat, l’intera Svizzera avesse la stessa distribuzione del Ticino, con i residenti impiegati in lavori meglio retribuiti, la differenza sarebbe maggiore. Per quanto riguarda il grado di formazione, chi, al di fuori del Ticino, è in possesso di una formazione terziaria guadagna circa un terzo in più, come salario mediano, rispetto ai salariati in possesso di analoga formazione in Ticino (33,2% a parità di condizioni). Differenza che scende a circa la metà per chi invece ha conseguito una formazione secondaria o primaria. In sostanza, al crescere della formazione aumenta la differenza salariale fra salariati ticinesi e del resto della Svizzera.
Marcate sono anche le differenze nei vari settori economici: il divario fra i salari mediani fra il Ticino e gli altri cantoni è maggiore in settori come le attività manifatturiere e quelle dei servizi informatici e di comunicazione, in cui in Ticino esiste una presenza importante, più che nel resto della Svizzera, di lavoratori frontalieri. Altri rami di attività, come l’edilizia e il settore socio-assistenziale, vedono differenze minori grazie anche da una parte ai contratti collettivi nazionali, dall’altra a carenze di manodopera che, imponendo la ricerca di lavoratori anche al di fuori del mercato del lavoro locale, porta a livelli salariali più elevati e omogenei.
Come osserva l’Ustat, ci sono altri fattori che non vengono inclusi in quanto non misurati o misurabili, ad esempio il minor costo della vita in Ticino rispetto ad altri cantoni, e quello con cui sono confrontati i frontalieri in Italia, a sua volta inferiore a quello ticinese. La presenza storica e consistente dei frontalieri in Ticino può essere un’altra spiegazione per la parte di divario salariale che non sembra spiegata da fattori strutturali. "Di fatto il mercato del lavoro attuale si è sviluppato nei decenni anche grazie alla possibilità di avere accesso a un’importante riserva di lavoratori stranieri a costo più basso rispetto ai residenti. Questo, secondo le teorie economiche, non può che portare a livelli salariali più bassi" è la conclusione dello studio.