Ticino

Il potenziamento del tedesco non avverrà con ‘Lingue e sport’

Bocciata la proposta di Ermotti-Lepori (Centro), il Gran Consiglio nella sua prossima sessione discuterà la richiesta del Plr di cominciare dalla I media

(Ti-Press)
24 gennaio 2023
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Forse avverrà la prossima sessione di Gran Consiglio – quando verrà affrontata la proposta del Plr di iniziare a insegnare il tedesco dalla prima media –, ma sicuramente il potenziamento della lingua più parlata in Svizzera non avverrà tramite le settimane ‘Lingue e sport’. Una solida maggioranza del parlamento (Plr, Lega e Udc) ha infatti aderito al rapporto commissionale della leghista Lelia Guscio che chiedeva di respingere la mozione della deputata del Centro Maddalena Ermotti-Lepori.

Cosa chiedeva la mozione

Una mozione che è stata la stessa Ermotti-Lepori a difendere dal pulpito, ricordando come, nell’ambito appunto delle settimane ‘Lingue e sport’, «la nostra proposta è di offrire anche corsi ‘lingua e lingua’, dove la mattina si parla tedesco e il pomeriggio si possono fare attività in cui si parli il tedesco». Le lingue sono «importantissime», ha ribadito Ermotti-Lepori: «Per noi è importante andare incontro alle richieste del mondo del lavoro e dell’economia di potenziare l’apprendimento del tedesco, ma a scuola è problematico perché comporterebbe aumentare la dotazione oraria». Quindi, «la nostra opzione è vincente perché si utilizzerebbero le lunghe vacanze estive, si andrebbe incontro alla conciliabilità lavoro famiglia, ci sarebbe poca burocrazia e si userebbe una struttura già esistente per una miglior formazione linguistica».

Il dibattito

Il tutto, si diceva, senza convincere la maggioranza del plenum. A partire da Guscio: «È semplicemente impensabile avere monitori di tennis, danza o beachvolley con un bagaglio linguistico sufficiente per farlo in tedesco». In più, per la deputata della Lega «si sta già facendo molto per promuovere lo studio delle lingue, non corrisponde al vero affermare che l’esecutivo non si preoccupi o, peggio ancora, lo faccia superficialmente». Per niente convinta nemmeno Diana Tenconi (Plr): «Per rendere accessibili i costi (una delle richieste della mozione, ndr) i Comuni fanno già la loro parte, per quello che riguarda lo studiare nuove offerte come ‘lingua e lingua’ non è compito dello Stato, semmai degli organizzatori stessi». Dopo comunque aver espresso «un sincero apprezzamento» per il lavoro della fondazione ‘Lingue e sport’, Tenconi però ricorda che quella di Ermotti-Lepori «è una soluzione non praticabile e che toccherebbe solo una parte minoritaria della popolazione scolastica».

Ci ha provato la relatrice di minoranza Samantha Bourgoin (Verdi): «La formula immersiva è sempre più riconosciuta per imparare una lingua, perché la inserisce in un contesto più ampio. Tenendo conto della difficoltà di trovare monitori, nel nostro rapporto chiediamo che oltre allo sport il pomeriggio si possano fare attività culturali o complementari, per allargare il bacino di utenza di persone disponibili. Sarebbe davvero interessante fare questo primo passo».

Niente da fare, però. A partire dal Ps, che nella sua quasi totalità ha deciso di astenersi. La spiegazione di Raoul Ghisletta è stata caustica: «Una mozione non può chiedere una base legale o articoli di legge, è tragicomico che salti fuori come abbiamo una fondazione come ‘Lingue e sport’ che agisce senza avere alcuna base legale. Non possiamo proporre di aiutare una fondazione, sarebbe ad personam». Secca la replica di Maurizio Agustoni (Centro): «Prima di perderci in cavilli, rimaniamo alla sostanza che è una: si è aperto il tema del potenziamento del tedesco, questa è una proposta concreta, la base legale si farà, ed è strano che questo Gran Consiglio sia pronto a fare un passo verso il tedesco e poi alla prima proposta, ripeto, concreta e con pochi costi si dica di no». Per dirla con Claudio Franscella (Centro): «Costo contenuto, investimento intelligente».

Eppure di contrari ne arrivano altri, come Edo Pellegrini (Udc) – «Non riteniamo tocchi allo Stato intervenire su questo corsi», – così come arrivano altre astensioni: per Massimiliano Ay (Pc) «dare soldi a una fondazione di fatto non pubblica non ci convince, riconosciamo però l’esistenza di alcuni problemi di accessibilità per via dei costi». Registrato il sostegno, aritmeticamente inutile, alla mozione da parte di Più Donne con Tamara Merlo e dell’Mps con Matteo Pronzini, ‘in cauda venenum’. Prima con lo stesso Pronzini a rispondere a Ghisletta: «Questo parlamento ne ha votata di roba senza base legale...». Poi è Michele Foletti (Lega) a prendere la parola e sentenziare: «Non so come funzioni qui, ma a Lugano, dove si produce buona parte del Pil cantonale, negli uffici si parla inglese. Che per i frontalieri è la seconda lingua, per i ticinesi è la quarta e per chi viene da altri Paesi addirittura la quinta. Cominciamo a ragionare anche su questo quando ci chiediamo perché ci siano così tanti frontalieri».

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