Con un’iniziativa parlamentare l’Mps chiede di modificare la Legge sul Gran Consiglio: oggi quel requisito permette la censura
Dal punto di vista del Movimento per il socialismo, è la classica goccia che fa traboccare il vaso. La controversa decisione della maggioranza dell’Ufficio presidenziale del Gran Consiglio (a breve, quando si aprirà nel pomeriggio la sessione parlamentare se ne dovrebbe sapere di più) di trasformare l’interpellanza sul dossier Unitas di Marco Noi dei Verdi, firmata anche da deputati di altri partiti, in interrogazione – con conseguente dilatazione dei tempi per le risposte del governo ai tredici quesiti, visto che sulle interrogazioni il Consiglio di Stato si pronuncia per iscritto e non oralmente, davanti al Legislativo, con eventuale successiva discussione generale, come avviene per le interpellanze – ha indotto l’Mps a chiedere una modifica della legge. Quella sul Gran Consiglio. Con un’iniziativa parlamentare elaborata Matteo Pronzini (primo firmatario), Simona Arigoni e Angelica Lepori propongono la cancellazione dall’articolo 97 del criterio dell’urgenza: in base alla norma vigente, se l’Ufficio presidenziale ritiene che questo criterio non sia dato trasforma l’interpellanza in interrogazione. Come è accaduto con i quesiti posti da Noi sulla gestione dei presunti casi di molestie sessuali e mobbing in seno all’Associazione ciechi e ipovedenti della Svizzera italiana, ente al beneficio anche di sussidi del Cantone, chiamato sì a erogare soldi pubblici ma anche a vigilare sull’utilizzo dei contributi.
Una vicenda, quella di Unitas, politicamente – e ovviamente non solo politicamente – piuttosto delicata, a maggior ragione nell’imminenza delle elezioni cantonali. E allora ecco che un passo formale – come appunto la trasformazione di un’interpellanza in interrogazione – assume un significato particolare, genera qualche sospetto sulla reale volontà di fare totale chiarezza in tempi brevi. Insomma, quando la forma diventa (può diventare) sostanza.
È alla luce anche e soprattutto dell’atto parlamentare riguardante Unitas, che l’Mps critica l’introduzione, un paio di anni fa, nella normativa che disciplina l’attività del Gran Consiglio del requisito dell’urgenza per le interpellanze. Il Movimento per il socialismo non ha dubbi: è stata introdotta "la censura per cercare d’impedire con tutti i mezzi che l’Mps possa esprimersi. Una di queste misure è stata di affidare alla maggioranza dell’Ufficio presidenziale la competenza di decidere se un’interpellanza possa arrivare in aula o meno". E "molte" sarebbero le interpellanze che "i partiti di governo sono riusciti a bloccare. Anche a costo di mettersi in imbarazzanti situazioni. Un imbarazzo pubblico emerso con le interpellanze (ne è pendente una anche dello stesso Mps, ndr) sulla vicenda Unitas, trasformate in interrogazioni su decisione della maggioranza dell’Ufficio presidenziale" del parlamento.
L’Mps propone quindi di rimuovere dall’articolo 97 della Legge sul Gran Consiglio la disposizione secondo cui "l’Ufficio presidenziale, esaminata l’interpellanza, decide se la stessa richieda una risposta urgente e comunica all’interpellante la propria decisione; le interpellanze dichiarate non urgenti vengono trasformate d’ufficio in interrogazioni".