Il direttore dell’associazione Vicari: ‘Problemi di cui prendiamo atto e che ci spronano per affrontare il futuro’
Il presidente dell’associazione Unitas Mario Vicari, alla richiesta di meglio specificare i problemi riscontrati dall’audit esterno sul caso di presunte molestie sessuali e mobbing all’interno dell’associazione per ciechi e ipovedenti Unitas, ha innanzitutto premesso che «sono emerse delle criticità di cui prendiamo atto e che ci spronano ad andare avanti e intervenire». Queste, ha ripercorso il presidente Unitas, «riguardano soprattutto una carenza di tipo organizzativo e strutturale sulla quale dovremo intervenire. L’associazione è molto cresciuta nei decenni, passando da qualche centinaio di soci e pochi collaboratori, a una realtà paragonabile a un’azienda di medie dimensioni con 700 soci e 70 unità lavorative a tempo pieno. Ora si tratta anche di adeguare gli aspetti organizzativi alla situazione attuale». C’è dunque l’ammissione di responsabilità per una "cattiva gestione" del caso? «Accettiamo che ci siano state delle criticità – ha replicato Vicari –, ma oggi ci preme guardare avanti, migliorare gli aspetti organizzativi dell’associazione e renderla più aperta verso il futuro». Per questo i vertici di Unitas, conferma Vicari, seguiranno pure le raccomandazioni fatte dal Dss di evitare il cumulo di cariche per scongiurare potenziali conflitti di interesse e di rivedere i rapporti istituzionali con le due fondazioni di Unitas. Quanto alle misure adottate internamente contro molestie e mobbing, «già prima che il Dss intervenisse, ovvero appena siamo venuti a conoscenza della presenza di molestie, a febbraio del 2021 abbiamo varato un regolamento contro mobbing e molestie sessuali – ha reso noto Vicari –. In seguito abbiamo diffuso dei volantini destinati ai quadri, al personale e ai collaboratori e organizzato degli incontri di formazione e sensibilizzazione in collaborazione con l’Ufficio per le pari opportunità che verranno riproposti nell’ambito di una formazione continua». Le ulteriori richieste del Dss sono invece «di istituire un dialogo per implementare queste misure. Prossimamente lavoreremo dandoci delle scadenze e tenendoci sempre in contatto con il Dipartimento a cui siamo grati per le segnalazioni fatte». Tuttavia, secondo il presidente Unitas, «non c’è mai stata una mancanza di fiducia all’interno dell’associazione. Il clima con i collaboratori e i volontari è sempre rimasto buono. Mentre i rapporti con i soci, una volta cadute le restrizioni imposte dalla pandemia e riprese le attività associative a pieno ritmo, sono ripresi con il piacere di tornare a incontrarsi». Nessuna rimostranza da parte di associati e collaboratori, quindi? «I collaboratori hanno sempre mostrato grande qualità nel loro operato. Un piccolo gruppo di soci si è manifestato in maniera critica durante l’assemblea. Il confronto c’è stato ed è stato franco e aperto. Naturalmente ora proseguiremo il dialogo, perché informeremo compiutamente sui passi che siamo chiamati a intraprendere». Vicari ha infine voluto esprimere nuovamente «solidarietà e vicinanza nei confronti di coloro che hanno testimoniato e avuto il coraggio di liberarsi dal peso della sofferenza».
«Per garantire il rapporto di fiducia l’Unitas dovrà mettere in atto tutta una serie di misure che sono state chieste» ha affermato alla ‘Regione’ il direttore della Divisione dell’azione sociale e delle famiglie del Dss Gabriele Fattorini. «Ci sono state delle criticità di natura formale che richiedono un aggiornamento delle procedure interne, come una documentazione aggiornata e dei protocolli di funzionamento». A queste si aggiungono, ha spiegato Fattorini, delle criticità di natura organizzativa. Per queste servirà «aggiornare o addirittura definire ex novo degli aspetti legati alle persone. Intendiamo la concentrazione di ruoli o le competenze dei vari organi». Si tratta di aggiustamenti, sottolinea il direttore della Divisione dell’azione sociale e delle famiglie, «che vanno di pari passo». È stato quindi richiesto un cambiamento di persone all’interno di Unitas? «Questo è un aspetto che riguarda l’assemblea e il comitato dell’associazione, si tratta infatti di partner esterni con i quali collaboriamo. A noi interessa più che altro il risultato, ovvero la qualità delle prestazioni e il rapporto di fiducia». A occuparsi di ‘sistemare’ quello che non funziona al suo interno sarà quindi la stessa associazione. «Manterremo il nostro ruolo di organo di sorveglianza. A noi spetta chiedere dei provvedimenti». Per quanto riguarda le tempistiche, Fattorini ha dichiarato che c’è «un orizzonte temporale diversificato. Alcune misure possono essere introdotte in tempi molto rapidi, altre invece richiedono una formazione che non si può praticare da un giorno all’altro».