Demaria (Giso): ‘Se per il Consiglio di Stato si fosse proposto qualcuno capace di portare avanti le nostre idee saremmo stati pronti a un passo indietro’
«Nessuno può rappresentare la sensibilità giovanile meglio di un giovane». È con questa premessa – ovvia, ma non scontata – che Yannick Demaria, classe 2001 studente di italiano e filosofia all’università di Losanna, sottolinea l’importanza di una ‘candidatura di rinnovamento’ nella lista rossoverde per il Consiglio di Stato alle elezioni del prossimo aprile. «La mia candidatura è un modo per avvicinare le nuove generazioni alla politica e portare un rinnovamento che possa generare entusiasmo tra chi si è disaffezionato dalla politica» spiega il 21enne di Giubiasco, che correrà anche per il Gran Consiglio.
Una ‘candidatura di rinnovamento’ che dà spazio a un giovane nella corsa al Consiglio di Stato. Perché bisognerebbe "scommettere" su questa idea?
È un modo, anche simbolico, per avvicinare i giovani alla politica. Mi sono messo a disposizione perché credo molto nell’idea che sta dietro la ‘candidatura di rinnovamento’. Ci sono troppi ragazzi e ragazze che non seguono quello che succede e non si interessano al dibattito pubblico. È un aspetto fondamentale che deve avere la precedenza anche sull’idea di una lista con due ‘nomi forti’.
E perché proprio lei dovrebbe essere il portavoce dei giovani?
Chi meglio di un giovane può parlare dei loro problemi? La nostra è una generazione difficile da comprendere. Attualmente molti eletti hanno un’età avanzata e tante iniziative politiche sono rivolte esclusivamente ad adulti e pensionati. Inoltre, una politica che cambia volto e dà spazio ai giovani ha la possibilità di richiamare alle urne gli elettori che nel tempo si sono disinteressati al dibattito pubblico.
Nel concreto, su quale tematica si vuole concentrare con maggiore insistenza nei prossimi anni?
La ridistribuzione della ricchezza. Va fermata la tendenza che porta verso una frattura sempre maggiore della società, divisa tra molto ricchi e molto poveri. A livello nazionale sono già state promosse diverse iniziative sul tema, come la "1:12" per limitare il divario tra stipendi all’interno della stessa azienda, e la "99%" per chiedere un maggiore contributo ai super-ricchi che risiedono in Svizzera. Ora, come Giso, stiamo invece raccogliendo le firme per tassare del 50% le grandi eredità, quelle superiori ai 50 milioni, e usare gli introiti per combattere il cambiamento climatico.
Delle iniziative citate, però, quelle arrivate alle urne sono state bocciate dalla popolazione…
Vero. Ma in Ticino lo scarto è stato minore rispetto al resto della Svizzera. Segno che nel nostro cantone, considerata la situazione economica delicata, c’è più margine per queste discussioni. Bisognerebbe tornare a parlarne concretamente. Altrimenti le discriminazioni sociali aumenteranno.
Un altro problema ticinese è il calo demografico e la "fuga di cervelli" verso altre regioni svizzere. Da studente universitario a Losanna, quali possono essere le soluzioni?
Bisogna adottare delle misure che funzionano, copiando da chi lo sta già facendo da anni come Zurigo, Berna e Vaud. Servono politiche giovanili audaci e un ruolo importante per far restare o tornare i giovani sul territorio deve essere svolto dai comuni. C’è una carenza di offerte di impiego a salari accettabili e mancano spazi di condivisione, aspetto al quale i ragazzi sono molto attenti. Su quest’ultimo punto non servirebbe molto per trovare rapidamente soluzioni fattibili.
Tornando alle elezioni, non teme però che la sua candidatura e quella di Nara Valsangiacomo per i Verdi vengano oscurate dalla presenza in lista di Marina Carobbio?
No, per niente. Noi giovani dobbiamo avere un po’ di umiltà e capire che c’è tanto da imparare. Proprio per questo motivo lavorare a fianco di qualcuno che ha così tanta esperienza sarà sicuramente costruttivo. Non vogliamo però solo stare a guardare, ma anche far sentire la nostra voce e le nostre sensibilità. Sono convinto che l’impegno di noi giovani sia apprezzato soprattutto… dai giovani e che questo potrà portare molti voti al partito.
All’interno del partito è in corso un grande dibattito tra due correnti. Da una parte chi sostiene l’idea di una candidatura d’esperienza e una di rinnovamento, dall’altra chi vorrebbe presentarsi alle elezioni con la lista "più forte possibile". Al centro delle discussioni c’è quindi il posto riservato a lei. Come vive questo dibattito?
Per noi era chiaro che avremmo rivendicato fin da subito un posto su quella lista. Visto che quattro anni fa ne avevamo due. Una richiesta condivisa dalla commissione ‘cerca’ e ratificata dalla conferenza cantonale con circa l’80% dei favorevoli. Non credo comunque che si possa parlare di due diverse "correnti" all’interno del partito, mi sembra esagerato. Da quando ho iniziato a fare politica non ho mai visto grandi divergenze all’interno del Ps, visto che le decisioni vengono prese sempre a larga maggioranza.
Come Giso non avete mai pensato di fare un passo indietro e rinunciare alla vostra candidatura per appianare le divergenze all’interno del partito?
No. Noi abbiamo un nostro programma politico e delle rivendicazioni molto chiare. Se nella lista fosse stata proposta una persona capace di portare avanti le nostre idee saremmo stati pronti a fare un passo indietro. Ma così non è stato e sentiamo il bisogno di portare avanti in prima linea i nostri ideali, che sono chiari e profilati. Non aperti a compromessi. Nello specifico abbiamo quattro rivendicazioni: la lotta concreta al cambiamento climatico, una politica migratoria più accogliente, un’economia sostenibile e la promozione del femminismo.
A proposito di femminismo. La lista rossoverde avrà una maggioranza femminile, con (almeno) tre candidate su cinque posti disponibili. Una situazione inedita…
È assolutamente giusto. Le liste in generale devono essere più paritarie. Mi spiace vedere che le donne, come ad esempio nella lista Lega-Udc, non hanno spazio e che gli altri partiti non si impegnano per coinvolgerle e sostenerle.