Al centro dell’incontro tra le due delegazioni soprattutto l’entrata in vigore del nuovo accordo sulla fiscalità e il telelavoro
Si è tenuta oggi a Varese l’annuale riunione bilaterale tra Svizzera e Italia prevista dall’Accordo sull’imposizione fiscale dei frontalieri. Entrambe le delegazioni "hanno ricordato come la buona collaborazione esistente tra le autorità italiane e quelle svizzere abbia permesso di continuare ad applicare una soluzione pragmatica, iscritta nell’accordo amichevole tra autorità competenti del 2020, volta a precisare il regime fiscale dei lavoratori frontalieri in telelavoro a seguito delle misure volte a contrastare la diffusione del Covid-19". Inoltre, sempre riguardo al telelavoro, "si è discusso della necessità di regolarlo anche in situazione post-pandemica".
Sia la delegazione svizzera, sia quella italiana "hanno sottolineato l’importanza della ratifica in tempi brevi e della conseguente entrata in vigore dell’accordo firmato il 23 dicembre 2020 relativo al nuovo regime di imposizione dei lavoratori frontalieri". Nell’attesa, si è anche volto uno sguardo al recentissimo passato. Vale a dire al 2021, anno in cui – ha informato la delegazione svizzera – "l’importo della compensazione finanziaria sulle remunerazioni dei frontalieri (71’185 persone) per l’anno scorso ammonta a 97 milioni e 280mila franchi".
La delegazione svizzera, coordinata dal direttore della Divisione delle contribuzioni, Giordano Macchi, era costituita dai rappresentanti delle Amministrazioni delle contribuzioni dei Cantoni Ticino, Grigioni e Vallese, della Segreteria di Stato per le questioni finanziarie internazionali e dal Dipartimento federale degli affari esteri. La delegazione italiana, invece, era presieduta dal dottor Giancarlo Brusco (Ministero dell’economia e delle finanze) e composta da rappresentanti della Regione Lombardia, della Regione Piemonte, della Regione Valle d’Aosta, della Comunità comprensoriale Val Venosta e dell’Associazione dei Comuni italiani di frontiera.