Il sindacato Vpod lancia la raccolta firme per ‘cure sanitarie e prestazioni educative di qualità’. Raoul Ghisletta: ‘Professioni che non attirano più’
Migliori condizioni di lavoro e maggiori tutele per garantire cure sanitarie e prestazioni educative di qualità. Le chiede un’iniziativa popolare legislativa lanciata questa mattina dal sindacato Vpod. «Numerose di queste richieste sono già state portate avanti a livello parlamentare ma non hanno ancora ricevuto risposta», ha spiegato il segretario del sindacato Raoul Ghisletta. «Vogliamo quindi dare un impulso forte tramite questa iniziativa, per avere delle risposte a problemi che sono risolvibili in tempi ragionevoli». Tre le direttive principali contenute all’interno della proposta di Legge: il miglioramento delle condizioni di lavoro per evitare l’abbandono della professione, la definizione precisa dei diritti di pazienti e utenti e la promozione di una valutazione pubblica e indipendente sulla qualità delle strutture. Gli iniziativisti avranno ora tempo fino a gennaio per raccogliere le 7mila firme necessarie.
«Il personale vive una crescita importante delle richieste a livello professionale e burocratico», ha detto durante la conferenza stampa a Bellinzona Stefano Testa. «C’è un aumento della pressione che spinge verso la produttività e la flessibilità», ha puntualizzato il sindacalista. «È emblematico dover utilizzare questi termini, solitamente riconducibili ad ambiti industriali o amministrativi. Ma purtroppo la tendenza, accelerata dalla pandemia, è proprio questa». Una situazione che genera stress tra il personale, specialmente quello ospedaliero. «Malgrado le pacche sulle spalle da parte della politica e dei datori di lavoro, poco o nulla è stato fatto per i lavoratori» ha aggiunto il sindacalista Vpod Fausto Calabretta. «Il personale è stanco e frustrato da questa situazione, ci sono sempre più abbandoni della professione e burnout». Quello degli esaurimenti – hanno spiegato i membri della Vpod – è il problema più diffuso tra il personale sanitario, al punto che «già durante gli anni di formazione gli studenti vengono avvisati di questo rischio».
Qualcosa a favore di chi lavora in corsia a contatto con i pazienti, hanno riconosciuto gli iniziativisti, si è mosso a livello nazionale con l’approvazione lo scorso novembre dell’iniziativa sulle cure infermieristiche. «È sicuramente un passo avanti per un ambito specifico come quello degli infermieri» ha dichiarato Ghisletta. «Il miglioramento più significativo spetta comunque ai cantoni. È per questo che abbiamo lanciato l’iniziativa, per portare un cambiamento a livello ticinese».
Una serie di punti, quelli contenuti nella proposta di Legge, che «sono stati ampiamente discussi e condivisi con il personale», ha precisato Testa. Per quanto riguarda i dipendenti le richieste specifiche sono: «Le condizioni devono essere uniformate perlomeno a quelle del contratto collettivo di lavoro dell’Ente ospedaliero cantonale» e «il calcolo del finanziamento pubblico deve essere inoltre fatto sui salari effettivi, per eliminare le penalizzazioni che colpiscono le strutture con personale al massimo della carriera». Per i pazienti invece si chiede la costituzione di un organo di mediazione indipendente «che sia accessibile a tutti e pubblichi un rendiconto annuale». Quello della comunicazione è un aspetto centrale dell’iniziativa, che chiede anche contributi cantonali per sostenere finanziariamente le associazioni che promuovono e tutelano i diritti di pazienti e utenti. «Non sono soldi che chiediamo per il nostro sindacato», precisano subito i sindacalisti di Vpod, «ma per poter avere associazioni presenti sul territorio che ascoltino chi si trova a vivere e frequentare le strutture».
«Nel settore sanitario ed educativo c’è un ‘centellinamento’ delle risorse umane e uno sfruttamento crescente della flessibilizzazione». Motivo per cui, secondo Testa, un capitolo spinoso per il settore è quello della conciliabilità famiglia-lavoro. «Questo modo di lavorare non piace ovviamente al personale, che vorrebbe avere più spazio per i contatti umani. Vogliamo mettere il personale nella condizione di poter offrire le migliori cure possibili, che è poi quanto chiedono i pazienti», ha concluso Ghisletta.