Ticino

Spese non preventivate su, commissione d’accordo

Sì alla mozione di Garbani Nerini e cofirmatari. La relatrice Sara Imelli: un ulteriore tassello per valorizzare i Municipi e il loro operato

La parola ora al Gran Consiglio (Ti-Press)
11 ottobre 2022
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"La mozione è, dal nostro punto di vista, un tassello nella giusta direzione", un tassello che "si inserisce in un contesto più ampio di valorizzazione dell’Esecutivo locale e del suo operato". Anche per questo motivo Sara Imelli invita il Gran Consiglio ad approvare la mozione inoltrata da Fabrizio Garbani Nerini (Ps e primo firmatario), Omar Balli (Lega), Giovanni Berardi (Centro/Ppd) e Sebastiano Gaffuri (Plr) che chiede di rivedere al rialzo i limiti massimi per spese correnti non inserite nel Preventivo ma che, in virtù del Regolamento di applicazione della Legge organica comunale (Raloc), i Municipi possono effettuare. Un invito, quello formulato da Imelli, cui ha aderito la commissione parlamentare ‘Costituzione e leggi‘, sottoscrivendo oggi il rapporto della deputata del Centro/Ppd.

La richiesta

Oggi in base al Raloc gli esecutivi comunali possono effettuare nuove spese correnti non iscritte nel Preventivo fino a un importo annuo complessivo stabilito dal regolamento comunale, tenuto però conto di alcuni criteri. A cominciare dal numero di abitanti del Comune. Fino a mille abitanti, l’importo massimo di spesa è di 15mila franchi; da mille a 5mila abitanti, è di 30mila franchi; da 5mila a 10mila, è di 40mila franchi; da 10mila a 20mila, è di 60mila franchi; da 20mila a 50mila è di 80mila franchi; se gli abitanti sono più di 50mila, l’importo massimo è di 100mila franchi. Garbani Nerini e cofirmatari chiedono al
Consiglio di Stato di intervenire sul Regolamento della Loc. E precisamente sul secondo capoverso dell’articolo 5a (quello sulle ‘Deleghe di competenze dal Legislativo al Municipio – Nuove spese non iscritte nel preventivo’), per elevare, lasciando immutato il numero di abitanti, gli importi citati. In concreto: sino a mille abitanti, 30 mila franchi; da mille a 5mila, 60mila franchi; da 5mila a 10mila, 100mila franchi; da 10mila a 20mila, 150mila franchi; da 20mila a 50mila, 200mila franchi; oltre i 50mila abitanti, 250mila f ra n c h i.

‘Cifre attuali imbarazzanti’

"Le cifre oggi previste dall’articolo 5 del Raloc sono, soprattutto per le piccole realtà, quasi insignificanti per non dire imbarazzanti di fronte agli oneri di spesa che i Municipi devono sostenere durante l’attività annuale e che potrebbero non essere state previste a preventivo – scrive Imelli – Prendiamo ad esempio i Comuni con meno di 1’000 abitanti: la soglia di 15mila franchi è oggigiorno troppo limitata per permettere di affrontare le spese di gestione corrente non preventivate. Sarebbe altresì impensabile convocare il Consiglio comunale per tutti questi sorpassi, sia per una questione pratica che di rispetto dell’istituzione stessa se pensiamo agli oggetti che sarebbero tenuti a trattare (con tanto di rapporti commissionali)". La lista degli esempi "potrebbe essere assai lunga: pensiamo solo che una semplice analisi con telecamera di una canalizzazione, una consulenza esterna di un ufficio specialistico o la sostituzione di alcune caditoie stradali rischiano agevolmente di superare la soglia limite prevista di 15mila franchi se non addirittura la soglia dei 30mila franchi nella gestione corrente".

‘I controlli ci sono’

Puntualizza Imelli: "L’attuale sistema di controllo e approvazione dei conti comunali fuga il timore che l’ampliamento di codesta delega di spesa sia un sistema per limitare la competenza del Legislativo in materia. La chiara presentazione dei conti consuntivi annuali, ormai uniformata con MCA2 (il nuovo modello contabile armonizzato, ndr), permette anche al consigliere comunale ‘più distratto’ di chinarsi criticamente sugli scostamenti tra preventivo e consuntivo in tutti i centri di costi della contabilità annuale (in verità meglio che nel conto investimenti). Di riflesso, il Municipio è in obbligo di motivare in modo dettagliato nei messaggi municipali questi sorpassi che, visti i limiti di spesa proporzionali alla grandezza del Comune, non sono certamente responsabili di stravolgimenti nella politica gestionale del Comune".
Il Consiglio comunale, continua la relatrice, "detiene quindi in tutti i casi il potere di approvazione finale della spesa effettuata e può far valere il suo diritto di non ratifica di quanto fatto in sede di consuntivo aprendo di fatto una ‘crisi istituzionale’ che in primis il Municipio ha tutte le ragioni di evitare".