A chiederlo è il deputato Quadranti (Plr) sentito in audizione dalla Commissione giustizia e diritti in quanto non soddisfatto delle risposte del governo
Ritenendo «insoddisfacente» il messaggio del Consiglio di Stato sulla propria mozione che chiede di costituire un pool cantonale contro le mafie in Ticino, tre mesi fa il deputato liberale radicale Matteo Quadranti ha annunciato l’intenzione di portare il dossier nella commissione parlamentare competente. E così ha fatto oggi quando è stato sentito in audizione dalla ‘Giustizia e diritti’. In particolare perché a suo giudizio le risposte del governo sono state «troppo generiche», spiega Quadranti a ‘laRegione’.
Nell’atto parlamentare il deputato Plr formula tre richieste: "L’immediata designazione di due procuratori pubblici, uno per l’ambito finanziario e uno per quello dei reati di polizia, che vengano formati e fungano da persone di contatto col Ministero pubblico della Confederazione o col pool; l’immediata designazione di più poliziotti, con formazione ad hoc, aventi compiti speciali per le questioni in oggetto e che possano poi fungere da istruttori e contatti con le Polizie comunali che sorvegliano il territorio a scopo preventivo; la dichiarazione, o meglio attività politica, da parte delle autorità cantonali a fronte di quelle federali in sostegno alla richiesta del procuratore federale Mastroianni di adozione urgente di normative di perseguimento penali più adeguate".
Dal canto suo l’esecutivo propone al Gran Consiglio di considerare evasa la mozione in quanto allo stato attuale ritiene la creazione di un pool per affrontare e proporre misure contro il fenomeno della mafia in Ticino non necessaria, data "la buona collaborazione fra Autorità cantonali e federali, le quali, a loro volta, hanno buoni contatti con i loro partner esteri", si legge nel messaggio governativo. In particolare secondo il Consiglio di Stato la proposta di istituire un gruppo di lavoro risulta "di fatto già attuata per il tramite dell’adesione al programma Coc", acronimo di ‘Countering organised crime’, che prevede che sia "coordinata e concordata più strettamente la collaborazione interdisciplinare tra gli attori del perseguimento penale e altre autorità della Confederazione e dei Cantoni".
Per Quadranti, però, «ci sono diverse domande più di dettaglio a cui il governo dovrebbe rispondere. I progetti sono molti – rimarca il granconsigliere – ma il fatto che esistano e il fatto che siano operativi sono due questioni diverse». Per questo motivo in commissione ha chiesto diverse delucidazioni. «Benché abbia fatto varie interrogazioni sulla mafia, il gruppo di coordinamento ‘Coc’ l’ho sentito nominare per la prima volta nel messaggio. È stato creato, ma questo cosa significa? Chi c’è dentro, che missione ha, quali compiti è chiamato ad assolvere, a che punto è e cosa prevede di fare in futuro?».
Altro aspetto poco chiaro secondo Quadranti è l’istituzione di uno ‘Spoc’ (Single Point Of Contact) designato tra i magistrati del Ministero pubblico ticinese con il compito di tenersi in contatto con il Nucleo compiti speciali della Polizia cantonale. «Quante volte è stato sollecitato, in che occasioni si è presentato o ha fornito informazioni al Ministero pubblico della Confederazione, di quanti casi si è occupato?», vorrebbe sapere Quadranti, che ha anche suggerito di sentire, oltre al procuratore pubblico ‘Spoc’, ad esempio il consigliere nazionale Marco Romano «che ha proposto diverse iniziative a livello federale inerenti alle mafie», ma pure i responsabili dell’Osservatorio sulla criminalità organizzata dell’Usi e le associazioni economiche «perché, come è emerso anche durante l’audizione da parte dei commissari, qualche segnale della presenza delle mafie nel mondo reale c’è. Nella Commissione economia e lavoro è ancora pendente la mozione sulle società bucalettere – evidenzia Quadranti –, si tratta sicuramente di uno dei possibili filoni a cui prestare attenzione, ma non è certo l’unico», commenta, auspicando che non si lasci cadere il tema e si proceda ora a ulteriori approfondimenti.