Tra ‘grandi scetticismi’ e ‘totale concordanza’, il Cantone risponde alla consultazione federale in merito alla Revisione dell’Ordinanza sulla maturità
"Una rara eccezione nel sistema formativo svizzero". Così il Dipartimento federale dell’economia, della formazione e della ricerca (Defr) definisce il fatto che le basi legali e i testi di riferimento sulla formazione liceale non vengano aggiornati dal 1995. Una situazione a cui serve porre rimedio in quanto negli ultimi vent’anni il sistema formativo ha vissuto profondi mutamenti in concomitanza con le "mega-tendenze come la globalizzazione e la digitalizzazione, ma anche alcune questioni di grande attualità come la società partecipativa e la sostenibilità" che esercitano "un impatto a livello sia strutturale che pedagogico".
È quanto si legge nel Rapporto esplicativo relativo alla Revisione totale dell’Ordinanza sulla maturità messo in consultazione dalla Confederazione a maggio e a cui il Consiglio di Stato ha risposto la scorsa settimana.
Uno dei fini perseguiti dalla Revisione è garantire l’attitudine generale agli studi universitari, così come la maturità necessaria per affrontare problemi complessi della società. Tra le misure proposte dal Consiglio federale figura l’estensione dell’offerta di discipline, che però il governo ticinese accoglie con "parecchio scetticismo". Per raggiungere i due obiettivi menzionati il Cantone ritiene infatti "sia molto più utile insistere maggiormente sulle competenze trasversali anziché sulla moltiplicazione dei contenuti disciplinari". Inoltre, secondo il Consiglio di Stato "bisogna assolutamente evitare l’introduzione di un esame sulle competenze di base per decretare l’ammissione all’esame di maturità", come espresso in un nuovo articolo. A suo avviso, poi, con la prospettata trasformazione delle discipline ‘informatica’ ed ‘economia e diritto’ da obbligatorie a fondamentali, e il conseguente aumento del numero di note di maturità da 14 a 16, si creerebbe "un sovraccarico di discipline" riducendo "l’importanza delle singole materie".
Per perseguire l’obiettivo di rafforzare la capacità della formazione liceale di far fronte alle sfide future, "condividiamo pienamente l’importanza delle competenze trasversali nella formazione liceale", scrive l’esecutivo ticinese, che però non vede di buon occhio l’introduzione di un minimo di tempo da dedicare alle attività interdisciplinari: "Imporre che il 3% del tempo d’insegnamento sia dedicato all’attività interdisciplinare ci pare riduttivo, se non contraddittorio". Appoggio totale invece all’idea che per meglio far fronte alle sfide future siano da potenziare gli scambi e la mobilità, "attività che contribuiscono anche alla conoscenza della pluriculturalità del nostro Paese".
Rispetto alle soluzioni per un miglioramento della comparabilità degli attestati di maturità, il Consiglio di Stato si dice d’accordo che l’introduzione delle competenze di base contribuisca a rendere maggiormente comparabili gli attestati rilasciati nei Cantoni diversi. Tuttavia, "l’introduzione di nuove materie nell’ambito delle Opzioni specifiche potrebbe invece andare in direzione contraria, portando a delle maturità di profilo diverso". In questo senso la prevista estensione dell’elenco a ‘storia e geografia’, ‘informatica’, ‘teatro’, ‘religioni’ e ‘sport’ secondo il Cantone va "affrontata con cautela", ma con un occhio di riguardo per l’introduzione di ‘storia e geografia’ – e in parte pure per ‘teatro’ – "che andrebbe a completare l’attuale carente offerta nell’ambito umanistico".
Al capitolo sulla definizione delle condizioni quadro, il governo concorda pienamente con la proposta di promuovere le pari opportunità per quanto riguarda l’accesso agli studi. Anche l’imposizione a ogni scuola di un sistema di garanzia e di promozione della qualità è condivisa. A questo proposito il Cantone rileva però che "fino ad ora la Commissione svizzera di maturità (Csm) non sembra mai aver rimesso in discussione il riconoscimento degli attestati di maturità liceale erogati da scuole che non ottemperano completamente ai criteri fissati dall’Ordinanza sulla maturità, operazione che dovrebbe essere la prima da compiere per garantire la qualità dell’insegnamento". Per questo l’invito è a sollecitare la Csm affinché proceda a una verifica periodica scuola per scuola del rispetto dell’Ordinanza.
In merito all’aspetto dell’interculturalità e del plurilinguismo svizzero, per il Consiglio di Stato l’unificazione degli attuali articoli ‘Terza lingua nazionale’ e ‘Insegnamento di base in inglese’ in un unico articolo ‘Lingue e comprensione reciproca’ pare "del tutto inadeguata. Si mescola il valore del plurilinguismo svizzero con quello dell’apprendimento dell’inglese", per questo chiede di mantenere i due articoli separati.