L’Istituto delle assicurazioni sociali compensa l’immobilismo dell’Inps in Italia, stigmatizzato dal senatore Alfieri (Pd): ‘Serve una scossa’
Per gli assegni familiari dei frontalieri bloccati dallo scorso 1° marzo qualcosa si muove. In Svizzera però, dal momento che in Italia complice lo scioglimento delle Camere, le prossime elezioni politiche e la lentezza dell’Inps, tutto tace. Un silenzio assordante che ha spinto l’Istituto delle assicurazioni sociali (Ias) a intervenire per porre fine a una situazione diventata insostenibile per decine di migliaia di frontalieri sin qui esclusi dalla possibilità di percepire l’assegno unico previsto per i figli a carico fino al compimento del 21esimo anno di età.
Lo Ias dopo aver scritto nelle settimane scorse a molti frontalieri dicendo che i ritardi e la confusione dipendevano dall’Inps, adesso ha deciso di muoversi diversamente per determinare quanto dovrà essere pagato in riferimento agli assegni. L’avvento del nuovo assegno unico in Italia, entrato in vigore il primo marzo 2022, ha generato grandi difficoltà per i lavoratori occupati nei cantoni svizzeri di frontiera. Le Casse di compensazione elvetiche hanno, da marzo, sospeso l’erogazione degli assegni familiari dicendo ai frontalieri di far richiedere all’altro genitore dei figli l’assegno unico in Italia. Le Casse di compensazione dovrebbero poi pagare al frontaliere l’importo differenziale tra l’assegno svizzero e quanto già percepito dall’altro genitore in Italia.
Per mettere in pratica questa procedura le Casse di compensazione svizzere hanno inviato alle sedi Inps locali i moduli appositi per farsi certificare l’importo dell’assegno unico pagato in Italia. Tuttavia al momento l’Inps non ha dato seguito all’invio di questi dati in Svizzera, in quanto il nuovo assegno unico viene considerato dall’Italia come una "prestazione assistenziale" e non come un classico "assegno familiare". La conseguenza è il blocco degli assegni familiari svizzeri a cui i frontalieri avrebbero diritto. Per superare questo ostacolo è necessario un pronunciamento parlamentare. Ecco, quindi, l’intervento dello Ias.
Sul tema è nuovamente intervenuto il senatore varesino Alessandro Alfieri (Pd) che denuncia la "incredibile lentezza dell’Inps, serve una scossa. L’intervento dell’Istituto delle associazioni sociali dimostra come all’Inps serva una scossa, non può sempre muoversi come un carrozzone lento e sordo alle esigenze dei frontalieri".