Genitori separati e figli, la richiesta di Soldati (Udc) al governo: le sedici Autorità regionali di protezione adottino da gennaio il metodo Cochem
Il verdetto sul futuro del settore tutele e curatele in Ticino è atteso per la fine del prossimo mese: il 30 ottobre i cittadini decideranno se passare, approvando la modifica della Costituzione cantonale proposta da Consiglio di Stato e Gran Consiglio, al modello giudiziario che prevede l’istituzione di Preture ad hoc, le Preture di protezione. L’eventuale via libera delle urne all’importante riforma comporterà l’abbandono del modello amministrativo, incentrato sulle odierne sedici Autorità regionali di protezione, le Arp, che fanno capo ai Comuni. E che potrebbero essere appunto soppiantate dalle Preture di protezione in caso di accettazione da parte del popolo della ‘cantonalizzazione’ del settore."L’iter per arrivare all’implementazione effettiva delle nuove autorità giudiziarie richiederà tuttavia ancora parecchi anni – avverte, nero su bianco, la deputata dell’Udc Roberta Soldati –. Durante questo lasso di tempo le attuali criticità del sistema continueranno a ripercuotersi sulla popolazione". E in particolare, aggiunge, "sul bene dei bambini" quando sono "in balìa dei conflitti" fra genitori separati e "delle difficoltà delle Arp (seppur riconoscendone l’impegno) a intervenire in modo celere e risolutivo nelle regolamentazioni dei diritti di visita". Con una mozione, di cui è prima firmataria, Soldati chiede quindi al Consiglio di Stato di adoperarsi affinché le sedici Arp adottino dal prossimo primo gennaio il metodo "Cochem". Metodo, ricorda la granconsigliera alla ‘Regione’, «che permette, grazie al coinvolgimento di tutte le parti interessate, di trovare il più delle volte delle soluzioni per cui un genitore non debba attendere mesi o anni per poter visitare i figli".
Il "modello Cochem", si spiega nell’atto parlamentare – sottoscritto anche da Maddalena Ermotti-Lepori e Sabrina Gendotti (entrambe del Centro/Ppd), nonché dal liberale radicale Matteo Quadranti – si prefigge "tre obiettivi: intervento tempestivo dell’autorità di protezione (il primo appuntamento avviene in quattordici giorni, così da evitare il ping-pong di lettere contenenti accuse reciproche e di vedere il conflitto incancrenirsi); scambio con tutti gli operatori interessati; procedure di mediazione per ritenere i genitori responsabili e stabilire una genitorialità paritaria". I firmatari della mozione ritengono infatti "indispensabile riportare i genitori a ripensare e reimpostare la loro genitorialità affinché essi si concentrino esclusivamente sul bene del loro figlio: questo è il principio del modello Cochem, elaborato nel 1992 dal giudice Jürgen Rudolph, il quale ha introdotto questa pratica, rivelatasi positiva, nel suo Distretto, Cochem-Zell in Germania".
La mozione affronta dunque uno dei temi di cui le Arp si occupano: la regolamentazione e la gestione dei diritti di visita. «Proponiamo l’adozione del metodo Cochem indipendentemente dall’esito della votazione del 30 ottobre – tiene a precisare Soldati –. Questo metodo di lavoro può essere infatti implementato subito e non necessita di alcun intervento di natura legislativa. Basta formare il personale attivo nelle Arp. Per farlo serve evidentemente un po’ di tempo ed è per questo che l’atto parlamentare chiede di adottare il modello Cochem a partire dal 1. gennaio 2023». In Svizzera, continua la deputata democentrista, «ci sono Cantoni, come Vallese e Basilea Città, che applicano già il metodo in questione: si tratta di progetti pilota che hanno dato finora buoni risultati, fra cui sgravio di lavoro per le autorità e risparmio di costi, sia per la collettività, sia per le parti». Rileva a sua volta Pietro Vanetti, presidente dell’Associazione genitori non affidatari (Agna): «Nella maggior parte dei casi il metodo, dove è stato introdotto, funziona: meno conflitti fra i genitori separati, meno spese procedurali, migliori relazioni tra figli e genitori».
Nel vigente sistema le Arp sono in mano ai Comuni, mentre la mozione è indirizzata al Consiglio di Stato... «A esercitare però la vigilanza sull’operato delle Autorità regionali di protezione è il Cantone, e meglio la Camera di protezione del Tribunale d’Appello – sottolinea Soldati –. Con questo atto parlamentare invitiamo il governo a fare ciò che è in suo potere perché il modello Cochem venga applicato pure in Ticino, in tutte le sedici Arp».