Ghisletta (Ps): ‘basta svuotare le casse pubbliche’. Dura l’Udc: ‘Ps nemico di anziani e proprietari di case’. Vorpe (Supsi): ‘Altri cantoni seguiranno’.
Non ci sarà in Ticino uno sgravio del valore locativo. Il Tribunale federale ha infatti accolto il ricorso dei socialisti Carlo Lepori e Raoul Ghisletta alla modifica di legge, votata dal Gran Consiglio nel giugno del 2021, che prevedeva in caso di una sostanza imponibile inferiore a 500mila franchi e su richiesta del contribuente, un valore locativo imponibile al massimo del 30 per cento delle entrate in contanti. A dare notizia del verdetto dei giudici di Mon Repos è stato oggi il Dipartimento finanze ed economia. La decisione del Tf è datata 4 agosto: per il momento, puntualizza il Dfe nel comunicato, si conosce solo il dispositivo, mentre "le motivazioni della sentenza non sono ancora state notificate".
"È auspicabile che la si smetta di svuotare le casse pubbliche con ogni pretesto, creando disparità di trattamento fiscale tra chi possiede sostanza immobiliare e chi possiede sostanza mobiliare", scrive Ghisletta. Dura invece la reazione dell’Udc: "Gli anziani ticinesi a basso reddito che vivono in casa propria e che sono strozzati dal valore locativo possono ringraziare i due deputati socialisti se non avranno nessuna riduzione fiscale", commenta su Facebook Paolo Pamini, a suo tempo promotore dell’iniziativa parlamentare intitolata ‘Freno dell’impatto del valore locativo’ poi approvata dal Gran Consiglio. Si è ora in attesa delle argomentazioni con le quali Losanna motiva il verdetto. "Sarà interessante – riprende il deputato democentrista – leggere la decisione del Tribunale federale, perché rischia di trascinare con sé ben altri otto cantoni. Il testo che con deputati di molti partiti abbiamo proposto e che il Gran Consiglio aveva accettato l’anno scorso a larga maggioranza interpartitica era infatti una copia-incolla letterale della legge tributaria grigionese". A votare a favore dell’iniziativa parlamentare elaborata da Pamini, oltre a Udc e Lega, erano stati Plr, Ppd/Centro e Più Donne. Contraria invece la sinistra, con i ‘no’ arrivati da Ps, Verdi, Mps e Pc.
"Il problema esiste e non lo abbiamo mai negato, tuttavia la soluzione votata dalla maggioranza del Gran Consiglio era sbagliata", ribatte Carlo Lepori. Il deputato socialista rilancia allora la proposta, contenuta in un’interrogazione inoltrata nel marzo dello scorso anno dal capogruppo del Ps in Gran Consiglio Ivo Durisch, per un "prestito vitalizio ipotecario" per coloro che hanno più di 60 anni. In sostanza, spiegava Durisch nell’atto parlamentare, "si tratta di una particolare tipologia di finanziamento a lungo termine (detto anche ‘mutuo inverso’) grazie al quale chi possiede una casa può darla in garanzia alle banche ottenendo un prestito o una rendita vitalizia con il diritto di abitazione vita natural durante". L’obiettivo è "di consentire a persone con una casa di proprietà, ma con poco liquidità ed entrate insufficienti per arrivare alla fine del mese, di far fronte alle spese quotidiane senza essere costrette a scegliere tra vendere la casa o vivere in povertà". Per fare questo Durisch chiedeva al governo di "attivare con BancaStato una convenzione in modo da istituire tramite la stessa la possibilità di un prestito vitalizio ipotecario a partire dai 60 anni di età". All’interrogazione, e dunque alla soluzione indicata dal capogruppo socialista, il Consiglio di Stato aveva però risposto picche. "Vedremo di ripescare quella proposta, precisandola e trasformandola magari in mozione", preannuncia Lepori.
Ad aspettare con interesse la sentenza dei giudici federali non soltanto il Ticino. Sono una decina i cantoni che hanno adottato negli anni quello che è stato definito il ‘modello grigionese’. «Non me l’aspettavo, sinceramente, visto che questa norma è già presente in diverse legislazioni cantonali», afferma Samuele Vorpe, responsabile del centro competenze tributarie della Supsi. «Anche per questi cantoni ci saranno delle ripercussioni. Potrebbe succedere anche da loro quello che è successo in Ticino. Un ricorso farebbe cadere quelle norme. Ci potrebbe essere quindi un effetto domino che chiaramente non farà piacere agli altri cantoni». L’attenzione è quindi rivolta ai prossimi mesi: «Da qui all’anno prossimo anche i parlamenti degli altri cantoni dovranno fare una valutazione e, a mio modo di vedere, stralciare questa disposizione sul freno al valore locativo nel diritto cantonale», spiega Vorpe. «Era una misura mirata ai contribuenti modesti, una sorta di misura sociale che però non ha trovato l’avallo dell’alta Corte federale. Il valore locativo rimane uguale e non è possibile sgravare in base alla capacità contributiva del cittadino».