Fusione nazionale tra Publibike e Intermobility, stop alle differenze tra Sopra e Sottoceneri. Schnellmann: ‘Ottima notizia’. Carrasco: ‘Una rete fitta’
Il bike sharing in Ticino fa un passo avanti decisivo verso il miglioramento del proprio servizio alla clientela. A livello nazionale, infatti, le due aziende leader PubliBike Ag e Intermobility Sa si fonderanno nel mese di agosto in una società "sotto il cui controllo verranno gestiti i prodotti PubliBike e VeloSpot" si legge nel comunicato diffuso alla stampa. Con conseguenze positive, si diceva, anche per il Ticino dal momento che nel Sottoceneri è operativo il sistema PubliBike mentre nel Sopraceneri il sistema VeloSpot.
Era l’11 luglio 2018 quando i sindaci di Lugano, Bellinzona e Locarno – Marco Borradori, Mario Branda e Alain Scherrer – avevano scritto alle due aziende chiedendo una soluzione. Adesso finalmente è arrivata. Ed è «un risultato ottimo che ci lascia davvero soddisfatti», sottolinea Fabio Schnellmann, coordinatore del servizio bike sharing di Lugano. «Una persona può vivere a Bellinzona e lavorare a Lugano, o viceversa, e finora non poteva sfruttare un abbonamento valido per entrambe le zone.
Ed era un problema in un Cantone dove in dieci minuti di treno si va dal Sopra al Sottoceneri», rileva Schnellmann. Adesso «finalmente queste due società hanno deciso di unire le forze e finalmente ci sarà un unico abbonamento che sarà valido in tutto il cantone». Per un servizio che ha numeri molto alti, considerando che «abbiamo 106 stazioni bike sharing, 750 biciclette metà elettriche e metà muscolari, e in media mille movimentazioni al giorno».
Questo risultato, per Schnellmann, «sicuramente porterà nuovi sviluppi e incentivi a tutto il sistema, perché aumenterà l’utilizzo aiutando il diffondersi della mobilità lenta». Le statistiche dicono che «l’automobile si utilizza spesso per tratte inferiori ai 5 chilometri, una distanza che può essere percorsa benissimo con una bicicletta. Ci si mette di meno, non si inquina ed è più sano».
Senza dimenticare la questione puramente economica: «Gli abbonamenti sono stati recentemente adeguati, ma i prezzi sono ancora ottimi: con 99 franchi l’anno si ha sempre la prima mezzora di ogni utilizzo gratuita, e l’utente del bike sharing mediamente usa il servizio per tratte brevi. Ad esempio, arrivando a Lugano in auto, parcheggia allo stadio e in città si muove in bici. Insomma, a 25 centesimi al giorno è molto vantaggioso e attrattivo». Progetti per il futuro? «Ora che si è raggiunto questo accordo si potrebbe pensare di implementare la rete».
La stessa soddisfazione la si registra anche nel Sopraceneri. «È davvero un’ottima notizia», commenta da noi raggiunto Edo Carrasco, direttore della fondazione ‘Il Gabbiano’, responsabile della gestione e della manutenzione della rete bike sharing sopracenerina con il reinserimento lavorativo di ragazzi tra 18 e 30 anni in assistenza o disoccupazione. È un’ottima notizia perché, riprende Carrasco, «il problema era che questi due servizi avevano ognuno a modo loro delle peculiarità: PubliBike sugli aspetti di marketing e commerciali, VeloSpot sugli aspetti più tecnici con bici leggermente più solide e strutturate. Però entravano in conflitto, ora hanno capito che unire le forze può portare solo a un miglioramento del servizio alla clientela che per noi gestori della rete è sempre stato l’obiettivo».
Centrale è stata «la collaborazione avviata da tempo con Lugano, che ha fatto un ottimo lavoro per sviluppare la rete nel Sottoceneri come noi lo abbiamo fatto nel Sopra. Una collaborazione che potrà migliorare con l’interesse comune di gestire al meglio il servizio e integrando ragazzi in assistenza o disoccupazione all’interno di questi progetti».
Per Carrasco il faro deve essere uno: «La rete di bike sharing deve avere una presenza territoriale molto fitta, in Svizzera avere tante stazioni a poca distanza ha dimostrato che è un incentivo all’utilizzo e invoglia la popolazione». Perché il discorso vale per tutti i centri: «Se arrivo a Bellinzona in treno e devo andare a lavorare o ho un impegno a due chilometri dalla stazione, posso prendere una bicicletta e completare il mio percorso anche senza il bus». Per Carrasco «fondamentale, ma le città lo stanno già facendo» sarà prevedere sempre più «una rete di piste ciclabili che permettano agli utenti, ma anche ai privati con la propria bici, di muoversi in sicurezza e in modo sostenibile».