Aumentano i contratti già firmati, ma c’è una sensibile differenza di offerta (e richiesta) tra un settore e l’altro. ‘Per le ragazze è più difficile’
«La scelta su quale formazione seguire è esclusivamente dei ragazzi. Dovrebbe essere un fatto acquisito, ma non sempre è così quando alcuni settori economici lamentano una carenza di personale» ha affermato il direttore del Dipartimento educazione cultura e sport (Decs) Manuele Bertoli presentando la campagna ‘collocamento e scelte dei giovani’, che mostra come quasi la metà dei ragazzi sceglie per il post formazione dell’obbligo una scuola professionale o un tirocinio. «Sarebbe bello se domanda di lavoratori e desideri dei giovani andassero nella stessa direzione. Ma non sempre è così e la priorità noi dobbiamo darla alle scelte dei ragazzi». Qualche esempio di questa discrepanza tra domanda e offerta a livello di posti di tirocinio? Attualmente (i dati sono riferiti al 30 giugno) 29 giovani usciti dalla scuola media stanno cercando un posto come meccanico di manutenzione per auto, il numero di posti liberi però si ferma a 3. Discorso simile per gli assistenti di farmacia, con soli 8 posti ancora disponibili a fronte di 23 interessamenti. Situazione inversa per alcune professioni legate ad artigianato e industria, dove l’offerta supera abbondantemente la richiesta. Un esempio: solo 2 giovani si sono detti attualmente alla ricerca di un tirocinio come installatore elettricista, i contratti di formazione attualmente ‘liberi’ sono invece 35. «Si tratta di lavori molto diversi. Un ragazzo interessato a un tirocinio nel ramo sanitario, come ad esempio l’assistente di farmacia, difficilmente prenderà in considerazione un posto come elettricista. Ed è giusto che sia così», ha spiegato Rita Beltrami, capoufficio dell’orientamento scolastico e professionale.
«Ad avere maggiori difficoltà nel trovare un posto sono soprattutto le ragazze. Il loro cerchio d’interesse è più ristretto di quello maschile e coincide, sfortunatamente, con i settori che presentano meno offerta rispetto alla richiesta» ha aggiunto la capoufficio. A dirlo sono i numeri: la percentuale di ragazze uscite dalla scuola media che attualmente non ha ancora un posto di tirocinio è del 42,8%. Quella maschile si ferma al 34,8. «Nel minor interesse femminile per alcune professioni c’entra sicuramente un discorso di stereotipi. Per combattere questo fenomeno bisogna però lavorare con i bambini di 8-10 anni. Una volta finita la scuola media è infatti ormai troppo tardi. È un processo lungo e per vedere dei risultati ci vorrà tempo» ha sottolineato Beltrami, che a settembre lascerà la guida dell’Ufficio orientamento scolastico e professionale per andare a beneficio della pensione. Il suo incarico verrà rilevato da Massimo Genasci-Borgna.
Il bilancio della campagna resta comunque più che positivo. Al momento sono infatti 881 i contratti di tirocinio già firmati. Ovvero 5 in più dello scorso anno e 78 (pari al 10%) in più del 2019. «La guardia però resta alta. L’obiettivo è di arrivare a ottobre con circa 2’600 contratti firmati» ha detto Oscar Gonzalez, della divisione formazione professionale. «Siamo ancora in una fase in cui le scelte possono cambiare e devono consolidarsi – ha puntualizzato Beltrami –. Per questo non vogliamo parlare di ‘orientare’, ma di ‘orientarsi’. I ragazzi devono capire che è un precorso lungo e, a volte, anche complesso. C’è bisogno di stage e colloquio». Centrale resta in ogni caso non lasciare che i ragazzi si perdano. «È importante iniziare a fare qualcosa e non restare a casa, l’obbligo formativo ci darà una grande mano in questo senso. I percorsi postobbligatori offrono poi molte alternative, i ragazzi hanno sempre la possibilità di seguire quello che desiderano». L’appello rivolto a giovani e famiglie è quindi di restare in contatto con l’orientatore anche durante il periodo estivo.
Uno strumento che permette di misurare il polso degli apprendisti è l’inchiesta annuale sulle prospettive lavorative e formative dei giovani qualificati. «Proponiamo questo sondaggio ogni anno dal 2007. È interessante vedere come sono cambiati nel tempo gli atteggiamenti e le idee dei ragazzi» ha detto Angela Cattaneo, collaboratrice dell’Ufficio della formazione continua e dell’innovazione. Rispetto a 16 anni fa è notevolmente cresciuta la percentuale di ragazzi che, durante il tirocinio, ha manifestato l’intenzione di proseguire gli studi. È invece calato il numero di chi non è ancora attivo, a ridosso degli esami, nella ricerca di un posto di lavoro. «Sono dati incoraggianti, che dimostrano il dinamismo positivo dei ragazzi all’interno del mondo del lavoro».