Capire quali sono le norme all’estero non è sempre facile, e il sito della Confederazione non aiuta. Hotelplan: ‘i disagi con i voli problema del momento’
Bagagli in spalla e carte d’imbarco in mano. È questo il quadro che molti ticinesi si sono fatti qualche mese fa, immaginando la loro estate da vacanzieri. Dopo due anni di pandemia e restrizioni, lo segnala da tempo chi lavora nel settore turistico, era forte la voglia di tornare a trascorrere le vacanze all’estero tra mare e paesaggi esotici. Ma se dai noi certificati e mascherine sono da tempo solo un ricordo, così non è in altri paesi. Specialmente fuori dal continente. Il risultato? "Paese che vai, regole che trovi" verrebbe da dire. Non molto diversa è quanto indica la Confederazione sul proprio sito: "informatevi prima di qualsiasi viaggio all’estero sul sito web delle autorità competenti del vostro paese di transito o di destinazione", si legge. Più utile è il portale dell’Unione europea, che attraverso una cartina indica le regole d’ingresso per ogni singolo stato. La mappa è però limitata all’Europa, dove le misure restrittive sono ormai cadute praticamente ovunque. L’operazione resta decisamente più complicata si è diretti verso una meta lontana. Ne sa qualcosa Hotelplan. «Da diverso tempo siamo confrontati con clienti che chiedono informazioni sulle regole covid che ci sono nei paesi dove vogliono trascorrere le vacanze. Il sito della Confederazione non aiuta molto in questo aspetto, si occupa più che altro d’informare per quanto riguarda il rientro a casa o lo stato di salute in generale», spiega il portavoce Davide Nettuno. «Noi quindi ci occupiamo di raccogliere informazioni attraverso altri canali, per poter fornire una spiegazione completa».
Ma quali sono i paesi che hanno ancora rigide regole d’ingresso? Ci aiuta a fornire qualche esempio viaggiaresicuri.it, il sito del Ministero italiano degli affari esteri, che fornisce un quadro piuttosto dettagliato. In Marocco serve presentare un certificato che attesta tre dosi (o solo due, ma l’ultima entro i 4 mesi) o un tampone Pcr negativo. Situazione simile in Paraguay, dove però il tempo massimo dall’ultima dose è di 6 mesi (o 3, se si ha ricevuto una sola inoculazione). Insomma, scegliere dove andare può essere davvero complicato. «Non esiste un motore di ricerca dove si inseriscono i dati di una persona, il paese di destinazione e si riceve come risultato se si è a posto o meno» afferma Nettuno. Il risultato sono lunghe pagine da leggere per orientarsi e formulari da compilare. «Tanti viaggiatori si rivolgono a noi proprio per questo genere di consulenze, non si fidano ad aver a che fare da soli con questo tipo di burocrazia. È un servizio che abbiamo dovuto sviluppare per via della pandemia».
Ma dove stanno andando in vacanza i ticinesi? «È tornata la richiesta per l’estero, in modo importante. Più di quanto ci si potesse aspettare, anche se non siamo ancora a dei livelli pre pandemici» afferma Nettuno. Progressivo è stato anche l’allargamento degli orizzonti. «Il primo è stato un approccio di prossimità, visto che comunque il bacino del Mediterraneo è da sempre la meta principale e non ci sono più restrizioni stringenti. Ora c’è l’apertura degli Stati Uniti, che a lungo non permettevano arrivi per le vacanze, e si sta tornando anche a guardare verso l’Asia». Non è invece mai mancata la richiesta, fa sapere il portavoce di Hotelplan, per Maldive ed Emirati Arabi. «Anche nei periodi di maggiore crisi pandemica». Per trovare situazioni complesse da gestire non bisogna però andare forzatamente dall’altra parte del mondo: «oltre alle regole d’ingresso ci sono altri aspetti ai quali bisogna fare attenzione. Un esempio? Mascherine in locali e mezzi di trasporto, o certificati per entrare in musei e parchi divertimento».
A tenere banco in questi giorni è però soprattutto il problema legato ai voli aerei. Per questo fine settimana è annunciato un grande sciopero a livello europeo, che coinvolgerà i lavoratori di diverse compagnie. Un’altra grande difficoltà, è notizia delle ultime settimane, è legata alla carenza di personale. Swiss ha annunciato che, proprio per questo motivo, ha dovuto annullare diversi voli. Uno provvedimento che interessa il 2% di tutti i passeggeri. «Solo pochi giorni fa ci sono arrivate delle cancellazioni per voli del fine settimana. Sono situazioni davvero spiacevoli», sottolinea Nettuno. Oltre alla necessità di trovare subito una soluzione, il fastidio maggiore è legato al rimborso. «Spesso non c’è. Cause di forza maggiore o scioperi non vengono riconosciuti come motivi di annullamento, salvo rare eccezioni». A rimanere fregati sono quei vacanzieri che, per risparmiare qualcosa, hanno acquistato i biglietti con mesi di anticipo. «Il numero di cancellazioni è comunque basso se si guarda il volume totale». E non manca in ogni caso la voglia di andare in vacanza. «Ci sono già le prime prenotazioni per l’inverno. Una notizia che fa ben sperare». Pandemia permettendo.