Ticino

Giorgetti: taglio accise non senza oneri per le casse pubbliche

Il ministro leghista italiano su benzina e frontalieri: ‘Da noi gli stipendi non sono ancora competitivi’

Benzina e pendolarismo (Ti-Press)
6 giugno 2022
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ll ministro italiano dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti, numero due della Lega, sempre meno in sintonia con Matteo Salvini, a Como a sostegno di Giordano Molteni, candidato sindaco del centrodestra per le amministrative di domenica 12 giugno, ha affrontato due temi molto avvertiti anche in Canton Ticino, quali sono la fuga di lavoratori comaschi (e ovviamente delle altre zone del confine) verso Grigioni e Vallese, oltre che ovviamente in Ticino, e il taglio delle accise sul costo della benzina, che ha ribaltato il pendolarismo del pieno, con gli automobilisti ticinesi che si riforniscono di carburanti (non solo la verde, ma anche il gasolio) ai distributori lombardi a ridosso della ‘ramina’.

Il calo delle vendite dei benzinai ticinesi è essenzialmente dovuto al fatto che l’esercito dei frontalieri fa il pieno nel distributore sotto casa. Sulla questione delle accise tagliate dal governo italiano lo scorso 22 marzo, e continueranno a esserlo sino all’8 luglio, il ministro leghista ha premesso: "È opportuno ricordare che il taglio (30,5 centesimi di euro al litro, ndr) non è privo di oneri per la finanza pubblica", per poi aggiungere che "abbiamo fatto delle scelte nei mesi scorsi e vorremmo continuare a farle, però se da una parte si tagliano le accise, bisogna evitare di aumentare le tasse da qualche altra parte: per far tornare i conti occorre trovare spese che in questo momento non sono più attuali per cui si possono ridimensionare". Intanto, il prezzo dei carburanti in Italia continua a salire, sfiorando i due euro al litro.

Che siamo in presenza di una fuga di lavoratori verso i cantoni svizzeri di frontiera lo conferma il numero dei frontalieri che in Ticino sfiora 75mila unità. E ciò significa anche difficoltà per le imprese lombarde sempre più in presenza di una diffusa carenza di personale. Aspetto sul quale si è soffermato Giorgetti: "Siamo in una situazione generale di difficoltà proprio per il fatto che dall’altra parte del confine il cuneo fiscale e contributivo è ben altra cosa e quindi da noi gli stipendi non sono competitivi, per cui dobbiamo immaginare qualche forma di decontribuzione ad hoc, soprattutto per alcune figure professionali, penso ad esempio quelle del settore sanitario". È una sfida per trovare soluzioni a un problema che, guardando le statistiche, nelle zone di confine sembra non esistere, in quanto la disoccupazione è a livelli molto bassi. Il problema è comunque "all’attenzione del Governo".