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Targhe, Passalia (Ppd): ‘Le critiche dell’Upsa? Pretestuose’

Il primo firmatario dell’iniziativa ‘Per un’imposta di circolazione più giusta’ risponde alla posizione dell’Unione professionale svizzera dell’automobile

Botta e risposta
(Ti-Press)
1 giugno 2022
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«La nostra proposta di una tassa basata sulle emissioni di CO2 non è un autogol, ma è un gol di vantaggio per sostenere la transizione energetica. E proprio perché ha questo obiettivo, sarà una tassa di circolazione di transizione. Chi critica la nostra proposta di calcolo lo fa in maniera pretestuosa». È netta, nettissima la replica del primo firmatario dell’iniziativa popolare ‘Per un’imposta di circolazione più giusta" Marco Passalia alla presa di posizione della sezione ticinese dell’Unione professionale svizzera dell’automobile (Upsa) che, appunto, definiva un ‘autogol’ il progetto di riforma delle imposte sulle targhe proposto dal testo del Ppd. Basato, si sa, solo sulle emissioni. «La variabile CO2 è l’unica in grado di includere il concetto ‘chi più inquina, più paga’ e quindi è l’unica soluzione in grado di spingere in maniera virtuosa verso la conversione da motori a combustione a motori elettrici», spiega ancora a ‘laRegione’ Passalia.

‘La nostra proposta, l’unica che considera il concetto che chi più inquina, più paga’

Ma il deputato Ppd replica secco anche a un’altra obiezione posta dall’Upsa, quella relativa ai diversi parametri di misurazione delle emissioni, cambiati negli anni e che cambieranno ancora. E, per questo motivo, giudicati inaffidabili per il calcolo dell’imposta con una formula comune. «La critica secondo cui il parco circolante di veicoli è composto da automobili omologate secondo il vecchio ciclo (Nedc) e automobili omologate secondo l’attuale ciclo (Wltp) non vale solo per la proposta di calcolo del Ppd – sottolinea Passalia – ma vale anche per l’attuale sistema, per la proposta del governo e per la proposta del rapporto di maggioranza». In altre parole, «già oggi l’attuale sistema e tutte le altre proposte sul tavolo hanno problemi relativi alla misurazione di CO2 che rimane l’unica componente, come dicevo, in grado di considerare il concetto ‘chi più inquina, più paga’».

‘I due parametri di calcolo? Noi li consideriamo entrambi!’

In ogni caso, conclude il primo firmatario della proposta di plafonare a 80 milioni le imposte di circolazione, farle dipendere solo dalle emissioni inquinanti salvo una piccola tassa comune e renderne referendabili le eventuali modifiche, «questa critica dell’Upsa non cambia nulla della nostra proposta di calcolo. Perché proprio come si sta facendo con l’attuale calcolo si potrà per esempio usare un fattore di correzione tra sistema Nedc e sistema Wltp».

Il dibattito in Gestione è sempre più acceso

Materiale in più, insomma, per il già acceso dibattito nella commissione parlamentare della Gestione sulle targhe. Dibattito che dopo la presentazione, nella seduta di ieri, del rapporto del Plr – che chiede una diversa formula di calcolo e, come suggerito dal governo, un massimo di 96 milioni di franchi e non di 80 – vede la possibilità che la sinistra, con Ps e Verdi, presenti un terzo rapporto con il quale l’intenzione sarebbe quella di chiedere che i soldi in più non usati per il ‘conto strade’ vengano destinati al favorire il trasporto pubblico per il ceto medio sotto forma di calmierazione dei prezzi degli abbonamenti.

Proposte alle quali il presidente cantonale del Ppd Fiorenzo Dadò ha chiuso la porta, con la motivazione che essendo passati ormai cinque anni dalla presentazione delle oltre 12mila firme raccolte dagli iniziativisti sia ora di prendere una decisione, una volta per tutte. Il suo rapporto, redatto assieme al deputato leghista Daniele Caverzasio, e che aderisce in toto alle richieste dell’iniziativa popolare, in Gestione conta già 8 firme su 17 commissari. La prossima riunione commissionale, agendata per martedì 6 giugno, decreterà se andrà in Gran Consiglio (nella seduta che si inaugurerà lunedì 20 giugno) in ‘pole position’ o se Plr e Ps si incontreranno a metà del guado per trovare una posizione comune. In ogni caso è assicurato: se non passerà in aula il rapporto Dadò/Caverzasio, gli iniziativisti daranno l’ultima parola al popolo.

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