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Ermotti-Lepori: ‘Calcoli fuorvianti’. Filippini: ‘No, legittimi’

È polemica per il rapporto sull’iniziativa che chiede al Cantone un abbonamento Arcobaleno per i deputati che rinunciano al rimborso spese per trasferte

Questione all’ordine del giorno nella seduta parlamentare di lunedì 30 maggio
(Ti-Press)
23 maggio 2022
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«I calcoli della relatrice Filippini sono fuorvianti. In realtà, a costo zero per lo Stato, si potrebbero incoraggiare i deputati a utilizzare i mezzi pubblici e contribuire così alla salvaguardia dell’ambiente, anche a vantaggio di chi usa il mezzo privato e desidera meno colonne per strada». Maddalena Ermotti-Lepori torna sull’iniziativa parlamentare presentata assieme a Giovanni Berardi "Favorire e incoraggiare anche i deputati e le deputate a usare i mezzi pubblici per raggiungere il parlamento", o meglio lo fa sul rapporto firmato da Lara Filippini (Udc) che secondo la deputata Ppd è «per lo meno impreciso».

‘Non chiediamo un regalo, ma una cosa al posto di un’altra, per chi lo desidera’

La premessa è che «non chiediamo un regalo per i deputati, anche perché oltretutto questo non è il momento, ma una cosa al posto di un’altra, per chi lo desidera. E cioè un abbonamento Arcobaleno fornito dal Cantone al posto del rimborso spese per le trasferte». Secondo i calcoli fatti dagli iniziativisti «costa meno pagare l’abbonamento Arcobaleno che rimborsare le trasferte», dice Ermotti-Lepori. Ciò che non risulta nelle considerazioni finali del rapporto Filippini dove viene fatto un paragone tra la spesa media riconosciuta a ogni deputato per le trasferte nel 2020 e 2021 e due opzioni che consistono nell’abbonamento generale in seconda e in prima classe per ogni deputato, con il risultato di "un aggravio per lo Stato di 160 franchi, rispettivamente 1’483". Ermotti-Lepori non ci sta innanzitutto perché «nel testo dell’iniziativa non si parla affatto di abbonamento in prima classe. Neanche per idea. Oltretutto, come ben sa chi lo usa, l’autopostale non ha la prima classe».

‘La mozione non domanda affatto un abbonamento per tutto il Ticino’

La granconsigliera popolare democratica rimarca inoltre che «la mozione non chiede affatto un abbonamento 6 o più zone, ossia per tutto il Ticino. La mozione chiede di offrire, a chi rinuncia al versamento delle indennità di trasferta, l’Arcobaleno annuale per la tratta corrispondente. Il costo varia dai 441 franchi per la singola zona, a 1’890 franchi per l’intero Ticino, a dipendenza della zona in cui le deputate e i deputati abitano. Se pensiamo che, nell’anno della pandemia, il Cantone ha riconosciuto in media 1’721 franchi in spese di trasferta per ogni deputato, si capisce che con la mozione il Cantone avrebbe da guadagnare». Ecco perché ritiene che i calcoli della relatrice Filippini non siano pertinenti. «Noi infatti chiediamo l’Arcobaleno per la seconda classe annuale, costo 1’890 franchi, solo per chi abita lontano». L’altra critica avanzata dall’iniziativista è che «nel rapporto è citata la spesa media per deputato riferita agli anni 2020 e 2021, gli anni di pandemia in cui vi sono state molto meno riunioni in presenza, dunque meno rimborsi per indennità di trasferta».

‘I calcoli sono stati fatti anche in base alle zone di domicilio’

«Penso che il mio rapporto sia stato molto onesto – replica Lara Filippini –. Come scritto esplicitamente, la questione dell’abbonamento di prima classe è emersa in audizione, dopo una discussione accesa. In quell’occasione Ermotti Lepori ha detto che si potrebbe fare come a livello federale, dove succede che a ogni deputato è fornito un abbonamento in prima classe. Partendo da questa esternazione, ho messo a confronto l’idea originaria degli iniziativisti con l’opzione ‘stile federale’ declinata sul piano cantonale. Un ragionamento che ritengo legittimo e che penso di aver fatto in maniera più che corretta». Quanto alla contestazione di aver utilizzato dati di riferimento di due anni in cui le trasferte sono state di molto inferiori alla media, «a mio modo di vedere – risponde Filippini – non si può presentare un atto parlamentare durante la pandemia chiedendo di utilizzare i dati anteriori».

‘Dotare i deputati di un abbonamento come gli influencer? I problemi sono altri’

E replicando all’obiezione di aver fatto i calcoli solo su un abbonamento generale, dice: «In realtà i calcoli sono stati fatti anche in base alle zone per il domicilio di ogni deputato. Ma la domanda è se i risparmi/aggravi rilevati sono reali. Non lo si può dire perché ogni anno i costi di trasferta variano in quanto dipendono dalla presenza dei parlamentari alle sedute plenarie, in commissione e alle riunioni di gruppo, che inoltre potenzialmente possono svolgersi ovunque. Se lo Stato deve fornire ogni anno al deputato un abbonamento, lo deve fare indipendentemente dagli eventi, compresa la pandemia, che potrebbero comportare lo spostamento delle sedute in zone del Ticino diverse da Bellinzona. Tra l’altro ad esempio la Commissione carceri si riunisce sempre a Cadro. Come detto nel rapporto, con l’abbonamento a zone si creerebbe una disparità di trattamento tra chi sceglie quest’ultimo e chi lo status quo. Ma ciò vale anche per quanto riguarda quello generale, dato che in tal caso ne disporrebbero tutti coloro che ne fanno richiesta senza che questo corrisponda alle reali trasferte, con dei costi supplementari per lo Stato. E non è un dettaglio il fatto che non possiamo ottenere un abbonamento aziendale con lo sconto del 15%». Quelle espresse dalla deputata Ermotti Lepori «sono considerazioni che rimando al mittente – dichiara la relatrice, ribadendo le conclusioni del rapporto –. Come qualsiasi altro deputato, con i propri rimborsi di spese di trasferta potrebbe tranquillamente già acquistare l’abbonamento Arcobaleno. Cosa che però, come da lei stessa ammesso in audizione, non ha fatto. Ritengo che i problemi del Cantone e dei ticinesi siano altri rispetto al dotare i deputati di un abbonamento come gli influencer».