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Un Arcobaleno per ogni deputato? ‘Il santo non vale la candela’

L’iniziativa di Ermotti-Lepori e Berardi (Ppd) per favorire l’uso del trasporto pubblico non convince la Commissione parlamentare ‘Costituzione e leggi’

(Ti-Press)
19 maggio 2022
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Un abbonamento Arcobaleno aziendale offerto a ogni granconsigliere allo scopo di incentivarlo a usare maggiormente i mezzi pubblici per i propri lavori parlamentari. È la proposta contenuta nell’iniziativa parlamentare del 15 dicembre 2021 presentata nella forma generica dai popolari democratici Maddalena Ermotti-Lepori e Giovanni Berardi ‘Favorire e incoraggiare anche i deputati e le deputate a usare i mezzi pubblici per raggiungere il parlamento’. Proposta che non convince. Gli iniziativisti "sono partiti dall’assunto che noi siamo ‘dipendenti’ dello Stato, ma nella realtà dei fatti noi non rientriamo in tale categoria, in quanto non abbiamo sottoscritto nessun contratto di lavoro con lo Stato; semplicemente siamo stati eletti dal popolo". Per cui, "coscienti che – se del caso – avremmo accesso unicamente all’abbonamento a prezzo pieno (senza lo sconto del 15%, ndr), dobbiamo capire se il santo valga la candela". E per la maggioranza della Commissione Costituzione e leggi la risposta è no. A metterlo nero su bianco è Lara Filippini (Udc), relatrice dell’unico rapporto commissionale. Nello specifico, l’atto parlamentare di Ermotti-Lepori e Berardi chiede che, in virtù del grande sforzo promosso dal Cantone per incentivare l’uso dei mezzi pubblici, anche i deputati del Gran Consiglio diano il buon esempio usufruendone per le trasferte che riguardano il loro operato istituzionale. La proposta è dunque di fornire a ogni deputato l’abbonamento Arcobaleno aziendale (85% pagato dallo Stato e il 15% dalla comunità tariffale). Ciò che, a detta degli iniziativisti, avrebbe un vantaggio in primis per lo Stato che si troverebbe a risparmiare sulle spese di trasferta. Viene anche avanzata una seconda ipotesi che consiste nel procedere come a livello federale, dove i deputati possono decidere se farsi rimborsare i centesimi a chilometro (cts/km) oppure vedersi fornire l’abbonamento generale in prima classe.

‘Ma non siamo contro il trasporto pubblico’

Nell’analizzare le argomentazioni dell’iniziativa, il rapporto ricorda innanzitutto il modo in cui vengono computate le trasferte ai parlamentari: la retribuzione degli spostamenti avviene per le sedute delle commissioni, per le sedute plenarie del parlamento e per le riunioni di gruppo. Le spese di trasporto sono calcolate dal luogo di domicilio (Comune) del deputato fino al luogo dove si svolge la riunione e la tariffa riconosciuta ammonta a 60 cts/km, indipendentemente se il deputato si sposti con il proprio mezzo privato, con i mezzi pubblici o usufruendo del carpooling. Entrando nel merito dei calcoli proposti dagli iniziativisti, e rivedendoli prendendo in considerazione qualche criterio differente, il rapporto articola e commenta le due varianti derivanti dall’idea iniziale e dall’alternativa "stile federale". Da una parte si trova l’opzione dell’abbonamento Arcobaleno con zone che includano unicamente la tratta domicilio-Bellinzona, la quale però avrebbe come "difetto" di non includere il computo delle riunioni di gruppo che potrebbero svolgersi potenzialmente ovunque; e lo stesso per quando si svolgono le sedute extra muros delle commissioni. Dall’altra parte c’è l’opzione dell’abbonamento Arcobaleno "generale" (più di 6 zone) che includerebbe tutte le zone toccate dalle trasferte per le riunioni (plenum, commissioni, riunioni di gruppo), ma il cui costo annuale supera in maniera più o meno ampia la spesa media per deputato. Spesa media che ammonta a 1’721 franchi per il 2020 (1’739 per il 2021), a fronte di un abbonamento Arcobaleno per la seconda classe annuale dal costo di 1’890 franchi o per la prima classe di 3’213, quindi con un aggravio per lo Stato di 160 franchi, rispettivamente 1’483. Dichiarando che le valutazioni del rapporto non vogliono essere contro il trasporto pubblico o un incitamento all’esclusivo uso del mezzo privato, la maggioranza della Commissione Costituzione e leggi ritiene però che già oggi i deputati che desiderano spostarsi esclusivamente con i mezzi pubblici possono, grazie al computo dei costi di trasferta, acquistare un abbonamento a zone o annuale. Quindi, alla luce di quanto considerato, "anche per una questione di parità di trattamento", l’invito al parlamento è di respingere l’iniziativa. Parlamento a cui passerà la parola sul tema nella prossima sessione che prenderà il via lunedì 30 maggio.