Ticino

Modifica del calendario Ssic Ti, respinto il ricorso di Unia

Il Tribunale federale ha giudicato infondato il ricorso del sindacato contro la decisione del Collegio arbitrale della Cpc

(Ti-Press)
22 febbraio 2022
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Il Tribunale federale ha respinto il ricorso del sindacato Unia contro la Società svizzera impresari costruttori Sezione Ticino (Ssic Ti), con all’oggetto l’interpretazione data al Contratto collettivo cantonale di lavoro (Ccl-Ti) del settore da parte del Collegio arbitrale dell’edilizia e del genio civile. I giudici federali hanno ritenuto infondato il ricorso "nella ridotta misura" in cui risultava ammissibile.

"Sindacato Unia sconfessato anche dal Tribunale federale. E così perdono tutti, lavoratori e imprese". Così si esprime la Società svizzera impresari costruttori Sezione Ticino (Ssic Ti) in un comunicato odierno circa la decisione dei giudici di Losanna che dà torto a Unia circa l’interpretazione data al Contratto collettivo cantonale di lavoro (Ccl-Ti) del settore da parte del Collegio arbitrale dell’edilizia e del genio civile. Il ricorso, "nella ridotta misura" in cui risultava ammissibile, è stato infatti ritenuto infondato.

La questione in breve

La questione prende le mosse dalle 4 settimane di blocco totale dei cantieri decretate durante il primo lockdown a partire dal 23 marzo 2020, a cui erano seguite altre 2 settimane con un numero limitato di lavoratori presenti per singolo cantiere. Decisione "drastica" che la Ssic Ti dichiara di aver "responsabilmente condivisa e sostenuta" con consapevolezza della necessità di evitare il collasso del nostro sistema sanitario.

Contemporaneamente, la Ssic Ti, nell’ottica di sostenere le imprese al momento della riapertura dei cantieri, aveva subito chiesto ai sindacati di intavolare una trattativa per cercare di introdurre alcuni accorgimenti. Proposte che, lamenta l’Associazione, sono state tutte respinte dai sindacati.

La Ssic Ti, come ultima opzione, aveva proposto di ricorrere alla norma nel Contratto nazionale mantello (Cnm) che concede alle imprese di rivedere il proprio calendario di lavoro annuale. Calendario che, spiega l’Associazione dei costruttori, una volta inoltrato entro la fine di gennaio alla Commissione paritetica cantonale (Cpc), diventa poi vincolante per il resto dell’anno.

Con tale proposta la Ssic Ti si proponeva di recuperare parte del tempo perso nei cantieri durante il lockdown e di dare la possibilità anche ai lavoratori di riavere il 20% di salario non coperto dalla disoccupazione parziale. Tempo perso quantificato in una quarantina di ore supplementari da distribuire su tutto il resto dell’anno 2020 – dopo che i dipendenti erano rimasti a casa fino a sei settimane – e che, a dire della Ssic Ti, avrebbero permesso ai lavoratori di recuperare i circa 1’500 franchi che invece sono mancati loro a fine anno.

Anche questa richiesta è stata però respinta dai sindacati, "a causa di una divergenza interpretativa del contratto cantonale che, diversamente da quello nazionale di cui è un’estensione, non cita espressamente la possibilità di modificare il calendario durante l’anno". A quel punto, "per favorire una decisione in tempi utili", la Ssic Ti aveva sottoposto la questione al Collegio arbitrale della Cpc (nominato e riconosciuto da tutti i partner sociali, incluso Unia, proprio per dirimere questo genere di divergenze) il quale, in data 15 maggio 2020, aveva dato ragione alla Ssic Ti.

Unia "cattivo perdente"

A quel punto, "dimostrandosi un cattivo perdente, e sicuramente per protrarre la decisione nel tempo così da renderla inefficace", il sindacato Unia ha deciso di inoltrare ricorso al Tribunale federale contro il lodo arbitrale. "Davvero una deludente caduta di stile da parte di Unia, a maggior ragione leggendo la tranciante sentenza del Tribunale federale che respinge in toto il ricorso", commenta la Ssic Ti nel comunicato stampa.

"Morale: con questa fallita azione di forza di Unia il partenariato sociale esce dalla pandemia sicuramente indebolito (e ciò non è di buon auspicio per il rinnovo del contratto in scadenza a fine 2022), le imprese non hanno potuto recuperare il tempo perso, ma soprattutto ai lavoratori mancano 1’500 franchi", conclude l’Associazione dei costruttori.