In 650 hanno aderito all’appello del Sisa all’indirizzo del Collegio dei direttori delle scuole medio-superiori che aveva ridotto la durata delle gite
Il Sindacato indipendente degli studenti e apprendisti (Sisa) ha consegnato oggi alle diverse direzioni degli istituti medio-superiori la petizione, corroborata da circa 650 firme di studenti al 4° anno, contraria alla decisione del Collegio dei direttori delle scuole medio-superiori di ridurre la durata delle gite di maturità. A suscitare il malcontento è stata la scelta in contraddizione all’attuale evoluzione sanitaria e alle necessità del corpo studentesco. “A ciò bisogna aggiungere la poca trasparenza del Collegio nella comunicazione di questa decisione, nonché l’indisponibilità ad aprire un dialogo con il corpo studentesco e il sindacato studentesco per discutere della questione”, si legge in una nota del Sisa.
Per il Sisa e gli studenti firmatari, “la gita di maturità rappresenta un importante momento aggregativo e di crescita personale. Questo si rende particolarmente rilevante dopo un periodo di pandemia contraddistinto da un crescente malessere psico-sociale tra i giovani, in cui l’impossibilità di poter svolgere alcune attività extrascolastiche ha sicuramente compromesso la propria partecipazione attiva alla vita sociale. Non è assolutamente in questo modo, riducendo le gite e penalizzando gli studenti, che si lancia un messaggio incoraggiante per riprendere finalmente a interagire, aggregarsi e ricostituire quell’importante senso di comunità, compromesso dalla pandemia”. Tuttavia, la gita non solo permette di fare esperienze relazionali importanti per lo sviluppo dello studente, “ma per alcuni questa è tra le prime occasioni per potersi confrontare con realtà distanti da quella ticinese. Non si tratta dunque unicamente di un bisogno aggregativo, ma anche di democratizzare la possibilità di fare scoperte ed esperienze culturali fuori dai confini ticinesi ed elvetici”, si spiega.
A proposito dell’evoluzione pandemica, i giovani nella loro petizione sottolineano che sia le autorità federali, sia quelle cantonali stiano andando verso l’abbandono delle prescrizioni sanitarie restrittive in vigore. “La decisione del Collegio è dunque in controtendenza all’evolversi dell’attuale situazione pandemica. In questi termini, affinché i rischi legati alla pandemia si arginino, gli allievi prossimi all’ottenimento della maturità si sono già detti disponibili ad accettare compromessi riguardo alle disposizioni di carattere sanitario da rispettare durante la gita”.
Per questa ragione il sindacato studentesco e i firmatari della petizione rivendicano “un dietrofront da parte del Collegio dei direttori, attraverso il ripristino delle canoniche cinque giornate della gita di maturità e la costituzione di un tavolo negoziale con una delegazione del Sisa per poter trattare le condizioni di svolgimento di queste giornate”.