L’esercizio 2020/2021 si è chiuso con un utile di oltre 30 milioni e una somma di bilancio in crescita a 858 milioni di franchi
Utile di esercizio in linea con gli anni precedenti (30,1 milioni di franchi; -2,5 rispetto all’anno precedente) e somma di bilancio in crescita a 858 milioni di franchi (+26,9 milioni). Sono questi i dati salienti del Gruppo Banca del Ceresio, l’istituto finanziario luganese della famiglia Foglia per l’anno contabile 2020-2021 chiusosi al 30 settembre. “Da alcuni anni la mancanza di alternative valide per gli investimenti a breve termine spinge la clientela a mantenere la liquidità in conto corrente e pertanto, seguendo una strategia orientata alla prudenza, il bilancio continua a essere caratterizzato da un elevato grado di liquidità”, si legge nel 63esimo rapporto di esercizio della banca fondata da Alberto Foglia, noto banchiere scomparso recentemente all’età di 93 anni. Ammontano invece a 6,6 milioni le imposte relative a questo periodo.
Con fondi propri consolidati che ammontano a 221,7 milioni e che rappresentano il 25,8% della somma di bilancio, la dotazione di mezzi propri è elevata e la colloca tra le banche svizzere meglio capitalizzate.
Addentrandosi tra le cifre del bilancio, il risultato da operazioni su interessi si attesta a 17 milioni con un aumento di 15,3 milioni rispetto all’esercizio precedente generato – si legge – principalmente dalla distribuzione straordinaria di 17,9 milioni versata da Founders Fund di Peter Thiel, un investimento private equity facente parte delle ‘immobilizzazioni finanziarie’. “Tale distribuzione è stata contabilizzata nella voce ‘risultati da operazioni su interessi’ in conformità con le norme di allestimento dei conti. Da sottolineare che gli interessi negativi pagati alla Banca nazionale svizzera e ad alcune controparti bancarie “hanno pesato notevolmente sul margine di interessi (2,2 milioni di franchi) dato che, solo in parte, sono stati addebitati alla clientela”.
Il maggior apporto sul fronte dei ricavi proviene dalla voce ‘Risultato da operazioni in commissioni e da prestazioni di servizi’: 56,9 milioni (+12,9 milioni rispetto all’esercizio precedente). “L’aumento degli averi della clientela e l’incasso di maggiori performance fees hanno contribuito ad aumentare le commissioni derivanti dall’attività della clientela”, si spiega. Anche i buoni rendimenti dei fondi gestiti dal Gruppo e le relative commissioni hanno registrato un aumento. In particolare, i servizi di consulenza aziendale introdotti nel 2018 hanno contribuito con 3,6 milioni al risultato del Gruppo, segnando un aumento di 3,1 milioni rispetto al periodo precedente.
I costi del personale si attestano invece a 36,2 milioni, in aumento del 10,3% a fronte della crescita degli occupati passati da 143 (in unità lavorative) a 149, di cui 80 presso la casa madre.