I due istituti hanno ricevuto il mandato dalla New England Journal of Medicine di stilare un articolo sullo stato dell’arte in questo campo
Prestigioso riconoscimento per lo Ior e lo Iosi nel campo della ricerca sui linfomi. Il New England Journal of Medicine, la rivista medica più importante al mondo, ha affidato al gruppo linfomi dell’Istituto oncologico di ricerca (Ior, affiliato all’Usi e membro di BIOS+) e dell’Istituto Oncologico della Svizzera italiana (Iosi, Ente ospedaliero cantonale) il compito di stilare uno stato dell’arte della ricerca nell’ambito dei linfomi maligni.
Pubblicato ininterrottamente da oltre 200 anni, il New England Journal of Medicine riporta solo ricerche di altissima qualità e contenuti clinici assodati per medici, docenti e ricercatori. Pubblica regolarmente anche aggiornamenti tematici sullo stato delle conoscenze mediche e scientifiche che diventano immediatamente il punto di riferimento per tutta la comunità medica. “Raramente il New England Journal of Medicine affida a un centro di competenza la preparazione di questi aggiornamenti e ancor più raramente lo fa con centri europei”, si legge in una nota. In questa occasione invece ha chiesto un articolo sullo stato dell’arte nei linfomi (precisamente quelli della zona marginale) al gruppo che allo Iosi e Ior si occupa di linfomi maligni, coordinato dal Professor Emanuele Zucca, riconoscendo implicitamente il loro ruolo di leader nel campo. Questo aggiornamento, redatto da Francesco Bertoni, Davide Rossi ed Emanuele Zucca dello Ior e dello Iosi e professori della Facoltà di scienze biomediche dell’Usi è pubblicato sul numero di domani, giovedì 10 febbraio, del New England Journal of Medicine.
Il sistema linfatico è uno dei sistemi naturali di difesa dell’organismo contro le infezioni e contro diverse patologie. I linfomi sono tumori che si originano dal sistema linfatico e sono suddivisi in diversi tipi, ognuno con caratteristiche, aggressività, evoluzione e prognosi diverse. Tra i sottotipi più frequenti di linfomi maligni troviamo i linfomi della zona marginale, che comprendono a loro volta diversi tipi di linfomi extranodali, ovvero quelli che crescono in sedi anatomiche diverse dai linfonodi. Questo tipo di linfoma è stato oggetto di molte ricerche condotte allo Iosi e allo Ior che hanno dato un contributo fondamentale per mettere a punto quelle che oggi sono le modalità di trattamento standard di queste malattie. Perciò a Bellinzona afferiscono domande di second opinion (secondo parere) da tutto il mondo.
Sempre questa settimana, vengono pubblicati su Blood, la rivista numero uno al mondo nel campo dell’ematologia, i risultati di uno studio sui linfomi primitivi splenici (che crescono cioè nella milza) condotto dall’International Extranodal Lymphoma Study Group (gruppo di ricerca internazionale con sede a Bellinzona, presieduto dal professor Franco Cavalli e diretto scientificamente dal professor Emanuele Zucca). Questo studio è stato eseguito nei laboratori del professore Davide Rossi, group leader allo Ior, e ha portato alla caratterizzazione molecolare completa di un’ampia corte di circa 400 pazienti (provenienti da 28 centri europei e americani) con una diagnosi documentata di linfoma splenico della zona marginale. Combinando test diagnostici classici, come l’immunoistochimica e la citometria con moderne analisi genomiche e molecolari, questo studio ha portato a una nuova classificazione della malattia. I dati di sopravvivenza mostrano che questa classificazione è capace di identificare sottogruppi di malattia con una diversa sopravvivenza globale. Questo studio ha anche definito alterazioni responsabili per la crescita di questi linfomi e queste alterazioni potrebbero costituire bersagli molecolari contro cui progettare nuove strategie terapeutiche, come sta già avvenendo in altri tipi di linfoma.
Link agli articoli:
New England Journal of Medicine: https://bit.ly/3sptfQ3
Blood: https://doi.org/10.1182/blood.2021012386