Ticino

Frontalieri col reddito di cittadinanza: ‘Via il permesso G’

Il granconsigliere della Lega dei Ticinesi Massimiliano Robbiani interroga il Consiglio di Stato sul caso dei lavoratori d’oltreconfine accusati di truffa

(Ti-Press)
25 gennaio 2022
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La vicenda, rimbalzata sui media della zona di confine, dei frontalieri impiegati in Ticino che percepivano, indebitamente, il reddito di cittadinanza italiana non rivelando le entrate provenienti dall’impiego nel nostro Cantone approda sui banchi del Gran Consiglio ticinese.

Il granconsigliere della Lega dei Ticinesi Massimiliano Robbiani ha presentato un’interrogazione in merito al Consiglio di Stato. Robbiani ricorda che i quattro, tre uomini e una donna, dovranno rispondere di truffa ai danni dello Stato italiano per cifre che, stando alle contestazioni degli inquirenti, vanno dai 1’200 ai 27’000 euro. Fatti “poco gratificanti, fatti da chi guadagna la ‘pagnotta’ in Ticino, lasciano di certo l’amaro in bocca”, osserva il granconsigliere momò. Per Robbiani “non è accettabile che questi frontalieri truffaldini possano ancora lavorare nel nostro Paese”.

Il granconsigliere della Lega, premesso ciò, ritenendo che agli indagati, accertate le responsabilità, vada revocato il permesso di lavoro G, chiede al Consiglio di Stato se ha intenzione di prendere dei provvedimenti in tal senso, e se è a conoscenza di altri casi simili, ed eventualmente di quanti e per quanto tempo si sono protratti gli abusi.