Bertoli sulle scuole: ‘Non è previsto un prolungamento delle vacanze’. Bianchi (Dss): ‘Entro fine anno circa 100mila col booster’
In vista dei festeggiamenti di Capodanno, il Consiglio di Stato raccomanda alla popolazione prudenza per limitare il propagarsi del coronavirus e scrive ai Comuni invitandoli a evitare attività che possano creare assembramenti. «Non sono i provvedimenti che vengono dallo Stato a risolvere miracolosamente il problema, ma è il comportamento dei singoli», afferma il presidente del governo Manuele Bertoli. Circa gli ospedali la situazione attuale è gestibile, ma c’è molta preoccupazione. Per quanto concerne i test, il Cantone sta lavorando per potenziare l’offerta. Tutto il sistema è comunque sotto pressione e le attese per ottenere un appuntamento o l’esito dell’esame si allungano. A Manuele Bertoli abbiamo pure chiesto se si prospetta un prolungamento delle vacanze scolastiche: «No. Produrrebbe più problemi che soluzioni».
Coloro che in Ticino devono rimanere in casa sono attualmente circa 15mila: «I dati precisi non li abbiamo, poiché sono condizionati dal ritardo di qualche giorno del contact tracing», ci spiega Paolo Bianchi, direttore della Divisione della salute pubblica. «Le persone in isolamento, quindi positive al Covid, sono circa cinquemila. Statisticamente ognuna di esse provoca due quarantene, quindi stimiamo che queste ultime siano 10mila. Tengo a precisare che esse sono legate a contatti molto stretti, familiari, oltre a situazioni di convivialità prolungata e accresciuta. Spesso succede che chi è posto in quarantena nel giro di qualche giorno diventi anch’esso positivo».
Avere molte persone costrette a casa può essere un problema per il funzionamento della società e dell’economia. «Le regole federali attuali su isolamenti e quarantene portano a situazioni difficilmente gestibili a fronte di un numero di contagi così elevato», sostiene Bertoli. «È dunque necessario rivedere le norme, ma dobbiamo aspettare che Berna ci dia qualche indicazione. Credo che settimana prossima dall’autorità federale potrebbero arrivare degli adeguamenti».
Circa la recente decisione di obbligo di quarantena in Ticino anche per i vaccinati, non si è pensato prima che potesse essere un problema? «È una decisione limitata nel tempo che, a fronte della nuova variante, intendeva contribuire a contenere il problema del contagio dilagante – risponde il presidente del governo –. Purtroppo stiamo osservando che anche con provvedimenti particolarmente severi Omicron continua a diffondersi velocemente».
L’apparato volto a effettuare i test è sotto pressione, con conseguenti attese per ottenere un appuntamento e ricevere i risultati. «Il prelievo ora viene fissato spesso a oltre un giorno di distanza dalla presa di contatto», dice Bianchi. I laboratori devono anche loro effettuare molti esami Pcr: «Non ho dati sugli altri, ma so che l’Eolab, che gestisce anche i campioni che arrivano dai check point, riesce ancora a dare un responso entro le 24 ore». A essere meno tempestivo nella comunicazione «c’è forzatamente anche il contact tracing. Il servizio è stato potenziato e le procedure snellite, ma con l’esplosione dei casi il lavoro è comunque molto». Per quanto concerne la hotline «a parte qualche attesa in più dopo il weekend festivo, non mi risulta che sia inaccessibile, seppur fortemente sollecitata. Occorre un po’ di pazienza e ricordo che è possibile contattarla pure tramite e-mail o messaggio WhatsApp». Tutto si ritarda, ma l’appello di Bianchi è quello di rispettare comunque l’autoisolamento durante l’attesa. Il governo ha però comunicato che verrà presto potenziata l’offerta dei test.
Prima si è parlato di giovani, si sta pensando di prolungare le vacanze scolastiche? «No. Produrrebbe più problemi che soluzioni – risponde Bertoli –, perché i ragazzi, i bambini, non scompaiono. Stanno a casa, in famiglia, luogo di contagio per antonomasia, come dicono i dati. Inoltre probabilmente si incontrerebbero comunque fuori casa, in contesti non controllati. Inoltre molte persone non potrebbero andare al lavoro perché occupate ad accudire i figli, specialmente i più piccoli. Quindi oltre alle assenze per quarantene ci sarebbero anche quelle dovute all’accudimento».
A creare allarme sono principalmente i ricoveri in ospedale. «La pressione sulle strutture sanitarie è costante – rende attenti Bianchi –. Stiamo notando che fra i contagiati la percentuale di chi viene ricoverato è minore rispetto a prima. In parte sarà dovuto all’efficacia della dose di richiamo, in parte alla variante Omicron che sembra essere meno aggressiva. In ogni caso resta molta preoccupazione in quanto i casi hanno cominciato a salire vertiginosamente una settimana fa e l’effetto sulle ospedalizzazioni si vede circa dieci giorni dopo il contagio». La curva dei positivi sta infatti crescendo esponenzialmente e in una settimana le persone infettate sono triplicate. L’opzione di istituire nuovamente due ospedali Covid è sul tavolo: «La concentrazione dei pazienti, in particolare di cure intense, è uno scenario a cui le strutture si stanno preparando, ma c’è ancora margine per una gestione più ordinaria».
Una difesa dalla variante Omicron sembra darla la dose di richiamo. La somministrazione in Ticino «sta andando molto bene», ci dice Bianchi. «Con grande sforzo si è riusciti ad ampliare l’offerta anche durante le festività. Ricordo che la pianificazione iniziale prevedeva di aprire i grandi centri a tutta la popolazione solo da metà gennaio. Anche farmacie e studi medici stanno facendo molto ed entro fine anno saremo poco distanti dalle 100mila persone che avranno ottenuto il booster».