L’Agenzia europea per i medicinali dà via libera a due preparati, incluso l’anticorpo monoclonale scoperto a Bellinzona
L’Agenzia europea per i medicinali (Ema) ha raccomandato l’autorizzazione di due nuovi farmaci per il trattamento del Covid-19: l’anticorpo monoclonale sotrovimab (Xevudy*) e l’antinfiammatorio anakinra (Kineret*). Una notizia che riaccende i riflettori sulla scoperta dell’Humabs Biomed di Bellinzona.
L’ente regolatorio dell’Unione europea, in una nota in cui dà notizia del via libera, spiega che il ‘ticinese’ sotrovimab è indicato per trattare Covid-19 negli adulti e negli adolescenti dai 12 anni di età e con un peso di almeno 40 chilogrammi, che non richiedono ossigeno supplementare e che sono a maggior rischio che la malattia diventi grave.
L’indicazione di anakinra è stata invece estesa per includere il trattamento di Covid-19 in pazienti adulti con polmonite che richiedono ossigeno supplementare (ossigeno a flusso basso o alto) e che sono a rischio di sviluppare grave insufficienza respiratoria, come determinato dai livelli nel sangue di una proteina chiamata suPar.
Nel frattempo, in Svizzera si registra un nuovo record: nella settimana dal 6 al 12 dicembre l’incidenza dei casi di coronavirus è salita al livello più elevato dall’inizio della pandemia. Anche il numero di pazienti nelle cure intense è aumentato, raggiungendo così il picco di occupazione. Lo rivela il rapporto settimanale dell’Ufficio federale della sanità sulla situazione epidemiologica in Svizzera pubblicato oggi, giovedì. I reparti di terapia intensiva, sottolinea l’Ufsp, non sono mai stati così occupati dallo scoppio della pandemia: nella settimana in rassegna il loro tasso di occupazione è salito all’81% (dall’80% di sette giorni prima). In media erano ricoverati in questi reparti 273 pazienti Covid-19, un numero superiore del 15% a quello della settimana precedente (238). La quota dei pazienti affetti da coronavirus ricoverati in cure intense è aumentata al 40% nella settimana in rassegna (dal 35% nella settimana precedente).
Complessivamente nella settimana in rassegna – la 49esima – sono stati segnalati 64’517 nuovi contagi (64’161 in Svizzera e 356 in Liechtenstein): nel periodo dal 29 novembre al 5 dicembre il numero dei nuovi casi registrati era stato di 63’690. Tra il 6 e il 12 dicembre i ricoveri ospedalieri in relazione a un’infezione da Sars-CoV-2, segnalati finora, sono stati 688 contro 737 dei sette giorni precedenti, ma il numero è probabilmente destinato a salire a causa delle dichiarazioni tardive ancora attese. Quanto ai decessi, nella settimana in rassegna finora sono stati segnalati 158 morti contro 160 di sette giorni prima. Anche in questo caso il numero è probabilmente destinato a crescere.
Nello stesso periodo attira l’attenzione anche il dato dell’incidenza settimanale con un valore di 740,8 casi confermati per 100’000 persone, rispetto a 731,3 di sette giorni prima. In confronto, l’incidenza su sette giorni in Germania è attualmente di circa 350, in Francia di circa 500 e in Italia di circa 200.
A livello regionale persistono grandi differenze nell’incidenza: si va da quella più bassa di 362,1 casi confermati in laboratorio per 100’000 abitanti in Ticino a quella più elevata di 1’322,6 casi di Obvaldo. Nei Grigioni l’incidenza è di 768,6. Incidenze superiori a 1’000 sono state registrate anche ad Appenzello interno (1’227,5), Appenzello Esterno (1’086,6), Turgovia (1’139,9) e Svitto 1’124,4. Il numero dei test segnalati nella settimana dal 6 al 12 dicembre non è aumentato significativamente: la percentuale di test PCR positivi è stata più alta (19,6%) di una settimana prima (19,2%).