Ticino

Il Sisa: ‘L’università non torni a distanza’

Il sindacato studentesco è contrario all’insegnamento in remoto. ‘I giovani hanno già pagato dal punto di vista psichico e sociale la pandemia’

(Ti-Press)
15 dicembre 2021
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Il Sindacato indipendente degli studenti e apprendisti (Sisa) è contrario all’insegnamento a distanza nelle università svizzere per contrastare l’epidemia di Covid. “Seppur comprendiamo la necessità di frenare i contagi, impedendo conseguentemente l’aumento delle ospedalizzazioni e di persone in cure intense, il Sisa si trova decisamente contrario alla chiusura delle scuole terziarie”, si legge in una nota.

Secondo uno studio realizzato prima della pandemia dall’Ufficio federale di statistica (Ust), il 57% degli studenti aveva problemi a proseguire gli studi e uno su dieci decideva di abbandonarli. “Se questo era lo scenario pre-pandemico, durante quest’ultimo periodo il passaggio all’insegnamento a distanza ha avuto un forte impatto sulla popolazione universitaria, peggiorandone sensibilmente le condizioni di studio e di salute. L’isolamento sociale, la destrutturazione della propria quotidianità, l’assenza di confronto diretto con i propri compagni e professori, la perdita delle entrate del lavoro part-time, le differenti condizioni residenziali, economiche e d’accesso agli strumenti tecnici manifestatesi durante il confinamento, hanno generato tra il corpo studentesco un sentimento di disorientamento, di profondo sconforto, nonché una situazione di marcata precarietà materiale, sociale e psichica. I dati parlano da sé: un terzo della popolazione a novembre, nel pieno dell’insegnamento a distanza, presentava sintomi depressivi gravi. In questo contesto sembra del tutto insostenibile la decisione di allontanare nuovamente la popolazione studentesca, sapendo che è proprio la solitudine e l’isolamento che facilitano l’esplosione delle situazioni di tensione e fragilità psichica!”

Per questa ragione il Sisa, al pari di altre associazioni studentesche, “si oppone fermamente all’intenzione del Consiglio federale di chiudere nuovamente le università e rivendica un intervento immediato a favore del malessere diffuso tra la popolazione studentesca”. Si chiedono interventi per rafforzare il sistema sanitario e l’abolizione del numero chiuso per l’accesso alle facoltà di medicina e in generale negli studi infermieristici e socio-sanitari