Nel 2018 la Commissione federale ha apportato delle modifiche senza comunicarle
Per chi non era a conoscenza del cambiamento di prassi si conceda una proroga. Sarà questo l’invito dell’Ufficio federale di sanità pubblica (Ufsp) alla Commissione federale delle professioni psicologiche (PsiCo) per quanto riguarda l’adeguamento, avvenuto nel 2018, delle norme per potersi iscrivere all’albo professionale svizzero degli psicologi.
Della modifica gli studenti di psicologia in Italia domiciliati in Ticino non sono stati informati e al riguardo Nicola Schoenenberger (Verdi) e altri granconsiglieri ticinesi avevano inoltrato a novembre al governo un’interrogazione. I firmatari puntavano il dito contro l’Ufficio dell’orientamento scolastico e professionale (Uosp): “Questo cambiamento di prassi, che allunga il curriculum scolastico di chi intraprende gli studi in Italia di circa due anni, non è stato comunicato agli interessati”. Il Consiglio di Stato spiega – nella risposta all’atto parlamentare – che la Commissione non ha mai rilasciato alcuna comunicazione in merito alla modifica di procedura “con cui interpreta il valore dei titoli italiani in sede di riconoscimento”. Dunque “l’Uosp, come tutte le persone interessate, è venuto a conoscenza del cambiamento soltanto quando i primi studenti hanno inviato formalmente la richiesta di approvazione alla PsiCo al termine degli studi”. Inoltre la Commissione “non si esprime mai sulla possibilità di accettazione di un diploma prima che questo sia stato ottenuto”.
Il governo fa presente che “l’Uosp, appena venuto a conoscenza dei primi casi, ha rapidamente scritto una lettera alla Commissione per sollevare come la modifica della prassi portasse pregiudizio agli universitari ticinesi”. Infatti gli adeguamenti “non toccano gli studenti svizzeri che hanno studiato in Francia o in Germania”. Alcuni mesi dopo la PsiCo ha risposto “sostenendo la correttezza della loro procedura e rifiutando qualsiasi revisione della stessa”. Il Dipartimento educazione, cultura e sport (Decs) ha deciso così di agire su due livelli: informando gli interessati e avvertendo il Dipartimento federale degli interni (Dfi) “che gli adattamenti avrebbero dovuto essere comunicati adeguatamente”. Alla lettera del governo ticinese il consigliere federale capo del Dfi ha risposto “promettendo che l’Ufsp si metterà in contatto con la Commissione invitandola a esaminare la richiesta formulata dal Consiglio di Stato sulla possibilità di adottare una proroga sull’aggiornamento della prassi per le persone che non sapevano di questa modifica al momento dell’inizio dei loro studi di master in psicologia”.