Danica Gianola è la patrocinatrice di chi contesta la legalità della decisione del Consiglio di Stato dello scorso 8 settembre
«Non nego, non confermo e non commento». Così Danica Gianola, legale che patrocina i ricorrenti al Tribunale federale contro la decisione del Consiglio di Stato di obbligare al test salivare gli operatori sanitari attivi nelle strutture pubbliche e private del Cantone Ticino. «Di solito non parlo con la stampa di questioni lavorative», ha risposto l’avvocato Gianola a nostre precise domande e nonostante le implicazioni legate al coronavirus (mascherine, test e vaccini) tengono banco nella discussione pubblica da ormai molti mesi.
Ricordiamo che la risoluzione governativa (RG 4311) dell’8 settembre 2021 è una conseguenza dei provvedimenti adottati dalla Confederazione e dai Cantoni a fine agosto con effetto il 1° di ottobre 2021, ovvero la fine della gratuità dei test antigenici rapidi a persone asintomatiche ai fini dell’ottenimento di un certificato Covid. Esclusi dal provvedimento sono i bambini e adolescenti al di sotto dei 16 anni e persone che non possono farsi vaccinare per motivi medici. Il costo dei test organizzato dalle strutture sanitarie è interamente coperto dalla Confederazione.