Ticino

’Certificati Covid falsi? Per ora no, ma restiamo vigili’

Dopo il caso di Ginevra. Il farmacista cantonale: ‘In Ticino al momento non abbiamo segnalazioni’. Ma aggiunge: ‘Nel sistema c’è un punto da regolare’

Giovan Maria Zanini (Ti-Press)
4 novembre 2021
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A Ginevra il caso sta assumendo proporzioni preoccupanti. Sarebbero già più di quattrocento, stando alla Rts e a un recente dispaccio dell’Ats, i certificati Covid falsi finiti sotto la lente della Procura. Un vasto e illecito traffico di documenti che avrebbe portato 120mila franchi e passa nelle tasche di coloro che lo hanno architettato. Quattro finora le persone fermate. Fra queste, indica l’Ats, alcuni militi della Protezione civile attivi in un centro di vaccinazione. Le indagini degli inquirenti ginevrini non sono terminate. Pertanto non sono da escludere ulteriori clamorosi sviluppi della vicenda in odor di mazzette. In Ticino sono emerse irregolarità? «No, per il momento non abbiamo segnalazioni in tal senso - afferma il farmacista cantonale Giovan Maria Zanini -. Restiamo comunque vigili e siamo pronti a dar seguito a eventuali informazioni riguardanti l’emissione di presunti documenti truccati, ciò che sarebbe grave».

Spiega Zanini, interpellato dalla ‘Regione’: «Nel nostro come in tutti gli altri Cantoni, per generare e poi rilasciare un certificato attestante l’avvenuta vaccinazione o l’esito negativo di un test, così come la guarigione dalla malattia occorre accedere a un sistema informatico realizzato e gestito dalla Confederazione». E questo «tramite identificazione personale e un accesso sicuro con più fattori». Gli accessi, aggiunge il Farmacista cantonale, «vengono forniti unicamente agli operatori sanitari e alle strutture che vaccinano, testano e/o dichiarano l’avvenuta guarigione». Non è tutto. «Come autorità cantonale e in accordo con l’Ordine dei farmacisti, quello dei medici, gli ospedali e le case per anziani, abbiamo designato delle persone quali responsabili della gestione e del rilascio degli accessi agli operatori sanitari». Un percorso con più step.

Tutto bene? Non esattamente. «Un punto da migliorare, secondo noi, c’è e come Cantone l’abbiamo segnalato immediatamente a Berna, ma non è stato ancora regolato - fa sapere Zanini -. La pecca è la possibilità per l’operatore sanitario di emettere certificati per attestare situazioni diverse da quelle di sua competenza. Mi spiego con un esempio: un operatore di una struttura è incaricato unicamente di eseguire i test per stabilire la negatività o la positività di una persona al coronavirus; con gli accessi assegnatagli può tuttavia emettere anche un certificato di vaccinazione, così come attestante la guarigione. Insomma - rileva il Farmacista cantonale - per ridurre ancor più i margini di azione di chi intende agire illegalmente, è sicuramente auspicabile intervenire in questo ambito e limitare l’emissione di certificati unicamente agli ambiti di competenza dei singoli operatori».