Ticino

Statali in piazza per difendere le future pensioni

Il sindacato Vpod teme un ulteriore taglio del 20% delle rendite di chi è affiliato all’Ipct e che a partire dal 2023 avrà meno di 59 anni

Un momento della manifestazione
(Ti-Press)
15 settembre 2021
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La pioggia probabilmente non ha aiutato e nemmeno può essere usato a discolpa il detto popolare: ‘Piove, governo ladro’. Fatto sta che la manifestazione convocata da tempo dal sindacato Vpod a Bellinzona per contestare la riforma dell’Istituto di previdenza del Cantone Ticino non è stata molto partecipata: un centinaio o poco più di persone hanno risposto all’appello del sindacato della funzione pubblica. Anche la sintesi politica trovata in seno alla Commissione della gestione, in pratica fra tutte le forze di governo, sulla proposta del Dipartimento delle finanze e dell’economia di un anticipo di contributi da 700 milioni, potrebbe aver spento l’entusiasmo di impiegati pubblici e docenti assicurati presso l’Ipct. Un risanamento che secondo la Vpod non sarebbe ancora sufficiente. «Solo il futuro ci dirà se la soluzione miracolosa e a costo zero per il Cantone sarà tale», ha affermato Raoul Ghisletta, segretario cantonale della Vpod in quanto molto dipenderà dall’andamento dei mercati finanziari. Ma è il taglio del 20% che incombe sulle future rendite di chi oggi ha meno di 59 anni che preoccupa il sindacato e che lo ha convinto a mantenere la manifestazione di protesta. «Un taglio delle pensioni senza garanzia pari al 20% a partire dal 2023, sommato a quello del 20% avvenuto nel 2013, porterà a una svalutazione delle rendite del 40% sull’arco di 10 anni. E questo se non si adotteranno robuste contromisure», ha aggiunto ricordando che un taglio del 40% è una cifra insostenibile: «Un massacro sociale inaccettabile. Altro che pensioni da privilegiati».

Il sindacato Vpod chiede pertanto al Parlamento di aprire subito un tavolo di negoziazione per costruire un piano di compensazione di questo taglio dal 2023. Alla richiesta si associa anche l’Ocst. «Questo lo si potrà fare unicamente e solamente se il Parlamento approverà nel corso del 2022 un aumento dei contributi versati all’Ipcti che accrescano del 20% il capitale di ogni assicurato giovane, in modo da neutralizzare il taglio delle pensioni che il Cda dell’Ipct deve adottare», ha spiegato ai presenti Ghisletta che ha portato l’esempio virtuoso della cassa pensioni di Lugano, «Città amministrata dalla Lega e che invece a livello cantonale minaccia il referendum contro ogni sforzo finanziario del Cantone a favore delle rendite dei suoi dipendenti più giovani», ha continuato Ghisletta. I maggiori contributi prelevati, come avviene a Lugano, dovrebbero essere a carico dei datori di lavoro affiliati all’Ipct. Per Ghisletta «sarebbe un accanimento ideologico contro i dipendenti del Cantone e contro i docenti comunali, tra cui gli stessi della Città di Lugano, che sono assicurati all’Ipct».

La voce dei dipendenti pubblici

«Sono anni che le condizioni lavorative delle docenti e dei docenti in Ticino stanno subendo un peggioramento a seguito di scelte errate di governo e Parlamento», ha affermato dal palco di Piazza della foca Zenia Toniolo a nome dei docenti Vpod. «Molte misure hanno già colpito pesantemente la professione, in primis la decurtazione di due classi salariali per i neoassunti, rendendo sempre meno attrattiva la professione», ha continuato Toniolo chiedendo che oltre all’anticipo di 700 milioni sui contributi futuri ci sia uno sforzo collettivo per risanare concretamente la cassa pensioni.

Samanta Cudazzo ha indicato che il Comitato Vpod impiegati dello Stato ritiene inaccettabile e socialmente problematica una riduzione del 40% delle rendite di vecchiaia sull’arco di dieci anni. La misura tocca non solamente le impiegate e impiegati dell’Amministrazione cantonale, «ma un totale di 16mila lavoratori affiliati alla cassa pensioni cantonale, che ogni giorno si impegnano con coscienza e dedizione nel servizio pubblico a favore di tutta la popolazione del nostro cantone».

Preoccupazione fatta propria anche dai lavoratori del settore sociosanitario e dal gruppo Vpod Polizia. Aldo Zwikirsch ha fatto notare che un ulteriore taglio delle rendite del 20% a carico degli assicurati più giovani impedirà di fatto il prepensionamento per un agente di polizia e in generale di tutti i lavoratori del settore pubblico che lavorano a turni o svolgono lavori usuranti. La differenza delle rendite sarebbe di circa 15mila franchi l’anno. Una cifra che renderebbe il prepensionamento un lusso per pochi.