Ampio comunicato boccia le proposte di Bertoli, il sodalizio chiede fra l'altro test regolari di massa e il mantenimento dell'obbligo della mascherina
Sulle misure adottate dal Decs per combattere la pandemia di Covid-19 nelle scuole, il Movimento della scuola si dice critico. A cominciare dal non coinvolgimento del corpo docenti "nella discussione sulla modalità e le tempistiche con cui affrontare la crisi sanitaria", contrariamente a quanto evocato lo scorso giugno nel documento, intitolato Due minuti per la scuola. "Auspici caduti nel vuoto", li definisce il sodalizio.
Scrive il Movimento della scuola: "Le misure per contenere la diffusione del Covid negli istituti sono state presentate a tre giorni dall’inizio dell’anno scolastico, senza che direzioni e insegnanti abbiano avuto la possibilità di un vero confronto: il non coinvolgimento dei quadri scolastici nell’ideazione dei provvedimenti proposti, la convocazione all’ultimo momento delle associazioni magistrali e sindacali, infine la
diffusione alla stampa della documentazione predisposta dal Decs prima del confronto con chi nella scuola opera, sono tutte scelte che confermano una scarsa sensibilità all’esigenza di un’ampia opera di coinvolgimento del corpo insegnante".
Ma la perplessità è sulle misure stesse decise dal Consigliere di Stato, Manuele Bertoli, fra cui le mascherine: "Mal si comprende la decisione di rendere facoltativa la mascherina per gli allievi delle Medie dopo due settimane di scuola in assenza di una politica sistematica di test salivari. Uno strumento, quest’ultimo, coperto finanziariamente dalla Confederazione, che permetterebbe di depistare con facilità i casi positivi. Il timore è che una situazione del genere presenti un elevato rischio di contagio; a dimostrare la fondatezza delle nostre preoccupazioni è quanto sta accadendo in altri Cantoni: alcuni di essi hanno reintrodotto, o stanno valutando di reintrodurre, l’obbligo della mascherina. Tale misura rischia inoltre di moltiplicare le quarantene di classe: nel caso di un solo allievo
positivo, infatti, l’intera classe (ad eccezione degli allievi vaccinati) verrebbe posta in quarantena. La distinzione tra allievi vaccinati e non vaccinati genererebbe inevitabilmente ulteriori difficoltà per i docenti, che si troverebbero nella situazione di dover gestire classi in
cui una parte degli allievi lavora a distanza, mentre un’altra è presente in aula".
"Poco convincente e di non facile attuazione - scrive il Movimento della scuola - appare pure l’idea di introdurre l’autocertificazione tra gli studenti delle scuole post-obbligatorie quale via attraverso cui permettere loro di seguire le lezioni senza la mascherina. I docenti, infatti, non avrebbero alcuna possibilità di verificare se l’allievo sia effettivamente vaccinato e, quindi, autorizzato a non portare la mascherina. Non è inoltre escluso che questa misura generi tra gli allievi stessi situazioni di disagio".
Per questo, il Movimento della scuola chiede: l’apertura di un confronto regolare con i docenti e le diverse componenti della scuola
sulle modalità e la tempistica delle misure da adottare; una discussione che permetta di adattare i protocolli delle quarantene in funzione delle reali esigenze di allievi e docenti, garantendo ai primi il diritto all’istruzione e ai secondi l’indispensabile flessibilità dettata dal principio dell’autonomia didattica; l’introduzione di test regolari e di massa in tutti gli ordini di scuola, unita al mantenimento dell’obbligo della mascherina, almeno fino al momento in cui i test non forniscano un quadro chiaro della situazione nelle scuole.