Il Partito liberal-radicale ticinese ha presentato oggi un'iniziativa parlamentare sull'imposizione delle persone fisiche
Il Partito liberal-radicale ticinese ha presentato oggi un'iniziativa parlamentare per rendere il Ticino fiscalmente più attrattivo per gli alti redditi, "che sono un’importantissima fonte finanziaria per molte realtà locali, nonché per l’intero Cantone", spiega il partito nel comunicato stampa odierno.
"Da molti anni", sostengono i liberali, "il nostro Cantone si contraddistingue nel contesto intercantonale per essere un territorio con una fiscalità attrattiva per i bassi redditi, moderata per i redditi medi e poco interessante per gli alti redditi". Per Alessandra Gianella (prima firmataria), Alessandro Speziali ed Emilio Martinenghi "il Ticino deve continuare a migliorare le proprie condizioni quadro, costituite da una burocrazia snella, una pressione fiscale contenuta, una propensione alla formazione e alla ricerca, un’inclinazione coraggiosa agli investimenti in infrastrutture, nonché dalla cura della qualità di vita e dei servizi alla popolazione". Elementi che, a detta dei proponenti, insieme ad un mercato del lavoro corretto, contribuiranno in modo decisivo a invertire la tendenza allo stallo demografico e alla perdita di velocità del nostro territorio.
I liberali ticinesi ricordano come, a fronte delle due riforme volte ad attenuare l'imposta sulla sostanza delle persone fisiche e quella sull'utile delle persone giuridiche, nessun intervento è stato finora messo in atto per quanto riguarda l'imposta sul reddito, con l’aliquota d’imposta cantonale massima che resta sempre al 15,076% "e il Ticino continua a navigare nelle ultime posizioni – registrando purtroppo una emigrazione di persone fiscalmente molto interessanti".
Due son dunque le dinamiche che l'iniziativa del Plrt punta a innescare: primo, un freno alla partenza dei contribuenti più abbienti verso altri Cantoni o Paesi, che si traduce in una perdita vera e propria per le casse pubbliche dovuta anche alla grande mobilità delle persone ("il 3% paga il 35% del totale del gettito", ricordano i liberali). In secondo luogo, a far sì che i contribuenti compiano il percorso inverso, stabilendosi in Ticino provenendo da altri Cantoni o Paesi.
I liberali mostrano nel comunicato odierno una serie di confronti fra la fiscalità del Ticino, che occupa attualmente il 22° posto della classifica intercantonale per quanto attiene l’imposizione cantonale e comunale degli alti redditi, e quella degli altri Cantoni: il prelievo fiscale massimo in Ticino, tenendo conto anche dell'imposta federale diretta, raggiunge il 40,6%, quasi il doppio di quasi il doppio di quello di Zugo (22.4%) e poco lontano dalla maglia nera Ginevra (45%). Dei Cantoni confinanti con il nostro, Vallese ha una pressione fiscale massima del 36.5%, Uri del 25.3% e Grigioni del 32.2%.
"In considerazione del recente accordo sulla tassa minima globale al 15% per le grandi imprese", sottolinea il Plrt, "il Ticino si pone, anche grazie a questa riforma, in modo competitivo sul piano internazionale. Visto che la Svizzera diventerà meno attrattiva per queste grandi imprese, il nostro obiettivo è di giocare nuove carte sul piano dell’imposizione sulle persone fisiche – e il Ticino non può permettersi di confermarsi tra i fanalini di coda".
"Lo scopo finale della proposta", concludono i liberal-radicali, "è di assicurare sul medio termine un consolidamento del substrato fiscale, le cui imposte servono a continuare a finanziare investimenti, servizi e beni da parte dello Stato". Sul medio periodo si tratta quindi di rafforzare il gettito fiscale, avvantaggiando anche la redistribuzione della ricchezza e delle fasce meno abbienti. "Non si può invece pensare di investire la Legge tributaria con un compito di politica sociale – per la quale esistono altri strumenti molto più sensati ed efficaci".