L'incremento maggiore è stato registrato nel Mendrisiotto e Basso Ceresio
Nel 2020 il settore del turismo ha sofferto le restrizioni dovute al diffondersi della pandemia e i campeggi sono rimasti chiusi fino a maggio. Nonostante i pernottamenti si siano concentrati esclusivamente in estate e all'inizio dell'autunno, i numeri sono maggiori rispetto all'anno precedente. È ciò che si evince dai dati raccolti dall'Osservatorio del turismo dell'Università della Svizzera italiana (Usi).
Per quanto concerne i 33 campeggi censiti in Ticino il numero totale degli arrivi nel 2020 è di circa 221mila, il 15,7 per cento in più del 2019. I pernottamenti contati sono oltre 858mila: un incremento del 6 per cento rispetto all'anno precedente.
Ad aver registrato un aumento maggiore dei pernottamenti è la zona del Mendrisiotto e del Basso Ceresio (15,7% in più), seguita dal Luganese (11,9%). Il Lago Maggiore e le Valli hanno visto un leggero incremento (+1,5%), mentre Bellinzona e Alto Ticino hanno perso ospiti (-4,6%).
A livello svizzero nel 2020 i pernottamenti presso i campeggi sono cresciuti dell'11,1 per cento. “Il Ticino rimane saldamente in vetta al mercato – scrive l'Osservatorio – anche se, va sottolineato, regioni come Giura, Tre Laghi, Grigioni e Vallese hanno registrato tassi di crescita nettamente maggiori”. L'origine degli ospiti nella Confederazione è stata prevalentemente svizzera (81,7%), nella fetta dei Paesi stranieri si conta quasi il 10 per cento di turisti germanici e più del 4 per cento di olandesi. La permanenza media si attesta al 3,2 per cento, dato che raggiunge il 3,9 se si isola il risultato del Ticino.